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Agricoltura, le vittime del caporalato inserite nella filiera bio-etica

Undici braccianti agricoli stranieri, fino a ieri vittime di sfruttamento, sono stati coinvolti nella prima filiera bio-etica contro il caporalato.

E’ il risultato del progetto Filiera etica anticaporalato, nato dall’intesa tra l’associazione internazionale anti-caporalato No Cap, il gruppo Megamark di Trani e la Rete Perlaterra.

I lavoratori, regolarizzati a norma della sanatoria presente nel decreto Rilancio, e assunti nel progetto, raccoglieranno datterino rosso, ciliegino e datterino giallo biologici nelle terre della SocietàTerramatta, cooperativa sociale in contrada Serracarcara a Comiso, nel Ragusano, successivamente verranno trasformati nell’impianto di La Vita Bio di Chiaromonte Gulfi.

Si stima una produzione di circa duecentomila confezioni di pomodori datterino e ciliegino.
L’obiettivo della filiera etica è quello di garantire un cibo buono e giusto, producendo cicli economici fondati sui diritti e rimettendo al centro la dignità delle persone e del rapporto con la terra.