Agricoltura

Agricoltura, stretta contro pesticidi e prodotti chimici

PALERMO – Una agricoltura sostenibile passa prima di tutto dall’abbandono, quando possibile, dell’utilizzo di pesticidi e prodotti chimici che sono sicuramente di supporto nella coltivazione di molti prodotti, ma che inquinano terreni e acque e possono essere pericolosi per la salute pubblica. In questa direzione lavora il disciplinare regionale di produzione integrata, l’insieme delle norme tecniche di difesa integrata delle colture e controllo delle infestanti, nelle scorse settimane aggiornato dall’assessorato regionale dell’agricoltura.

Le norme sono state predisposte per le colture di interesse produttivo per il territorio regionale, in conformità alle “linee guida nazionali per la produzione integrata delle colture: difesa fitosanitaria e controllo delle infestanti” approvate dall’Ots, l’organismo tecnico scientifico, diramazione del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf). Il disciplinare è vincolante per tutte quelle aziende che beneficiano delle misure agro-ambientali previste dal Psr Sicilia 2014-2022. Al suo interno sono elencate le norme che indicano i criteri d’intervento, le soluzioni agronomiche e le strategie da adottare per la difesa delle colture ed il controllo delle infestanti, nell’ottica di un minor impatto verso l’uomo e l’ambiente, garantendo quindi l’ottenimento di produzioni sostenibili dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.

Le norme tecniche sono quindi state predisposte perché, innanzitutto, si possano adottare sistemi di monitoraggio razionali che consentano di valutare adeguatamente la situazione fitosanitaria delle coltivazioni; quindi, favorire l’utilizzo degli organismi ausiliari e promuovere la difesa fitosanitaria e il controllo delle infestanti attraverso metodi biologici, biotecnologici, fisici e agronomici in alternativa agli interventi con prodotti chimici di sintesi. In ogni caso, si dovrà limitare l’esposizione degli operatori ai rischi derivanti dall’uso dei prodotti fitosanitari (adozione di dispositivi di protezione individuale, ecc.), anche razionalizzando la distribuzione dei prodotti fitosanitari limitandone la quantità distribuita, lo spreco e le perdite per deriva, ruscellamento e percolazione, definendo i volumi d’acqua di riferimento e le metodiche per il collaudo e la taratura delle attrezzature.

A livello ambientale, il disciplinare mira a limitare gli inquinamenti puntiformi derivanti da una non corretta preparazione delle soluzioni da distribuire e dal non corretto smaltimento delle stesse, puntando alla ottimizzazione della gestione dei magazzini in cui si conservano i prodotti fitosanitari, e recuperando o smaltendo adeguatamente le rimanenze di prodotti fitosanitari ed i relativi imballaggi. D’altra parte, dal punto di vista biologico, le norme vogliono mettere a punto adeguate strategie di difesa che consentano, tra l’altro, di prevenire e gestire lo sviluppo di resistenze dei parassiti ai prodotti fitosanitari. In pratica, la difesa fitosanitaria deve essere attuata impiegando, nella minore quantità possibile (quindi solo se necessario e alle dosi minori), i prodotti a minor impatto verso l’uomo e l’ambiente scelti fra quelli aventi caratteristiche di efficacia sufficienti ad ottenere la difesa delle produzioni a livelli economicamente accettabili e tenendo conto della loro persistenza.

Nel momento in cui è possibile adottare tecniche o strategie diverse, occorre privilegiare quelle agronomiche o biologiche o comunque in grado di garantire il minor impatto ambientale, nel quadro di una agricoltura sostenibile. Il ricorso a prodotti chimici di sintesi andrà limitato ai casi dove non sia disponibile un’efficace alternativa a minore impatto.