L’agriturismo siciliano dopo la pandemia è stato rivalutato per il contatto con la natura, l’aria pulita e gli ampi spazi. Ma adesso si sta lottando contro la guerra in Ucraina, l’inflazione e il caro energia. Sono questi i nemici di un comparto che comunque ha dimostrato di essere apprezzato.
Gli addetti ai lavori hanno tracciato con noi i loro punti di vista. Ecco le interviste realizzate dal Quotidiano di Sicilia.
“Il nostro contributo – evidenzia Giuseppe Strano, presidente Agriturist Sicilia affiliato a Confagricoltura – è quello di fare molta comunicazione sul web per aiutare il comparto. Nei prossimi mesi uscirà il nostro portale per le prenotazioni insieme a uno shop per la vendita dei prodotti aziendali.
La nostra mission principale è l’assistenza sindacale agli associati. Organizziamo periodicamente degli incontri di aggiornamento e informazione. A nostro parere è aumentata la voglia di essere coinvolti nelle esperienze agricole, così come il desiderio di staccare la spina per rilassarsi in campagna a contatto con la natura.
Tira l’offerta enogastronomica, caratterizzata da una straordinaria varietà di ricette locali. Significativa, in estate, la crescita della presenza di coppie e famiglie che hanno scelto l’agriturismo anche in base alla posizione della struttura e all’offerta delle esperienze: passeggiate, trekking, equitazione, bike, ecc…”.
“Certamente – aggiunge – a nostro avviso, è urgente in questo contesto lavorare per frenare i costi. Gli ospiti fanno attenzione al portafoglio, riducendo i soggiorni tra due e tre notti. Si fa quel che si può per contenere i prezzi, ma le misure in atto non sono riuscite a fermare gli aumenti delle materie prime e dell’energia. La carenza di manodopera potrebbe pregiudicare i servizi di ristorazione e valorizzazione delle tipicità del territorio. Dietro ogni agriturismo c’è un’impresa agricola. Gli agriturismi e tutte le attività produttive hanno già pagato e continuano a pagare un prezzo molto salato per gli effetti dell’andamento climatico, del conflitto russo-ucraino, e dei rincari dei rincari.
Molte strutture per i problemi energetici riapriranno a primavera. Chi sta lavorando ora è a margini ridotti. Ora occorre sostenere il comparto con provvedimenti mirati al contenimento dei costi ma anche investire per valorizzare le potenzialità dell’agriturismo, all’interno di un piano di rilancio complessivo del turismo italiano”.
“Dopo anni complicati come quelli della pandemia – commenta Roberto Caruana, presidente di Terranostra Sicilia, associazione degli agriturismi affiliata a Coldiretti – l’agriturismo è sempre più preferito come meta per restare in contatto con la natura e con gli animali. Le famiglie scelgono questo tipo di strutture non solo per far conoscere delle realtà ai bambini così belle ma anche perché tutti gli agriturismi siciliani, o comunque la maggior parte, si trovano in prossimità di luoghi culturali, si trovano vicino al mare e quindi non è solo campagna. È senza dubbio campagna anche cultura ma anche tradizione agroalimentare ed anche mare, se pensiamo a tutti gli agriturismi che ci sono nella provincia di Trapani o del messinese. Si possono fare delle escursioni anche nelle isole.
Quindi c’è un valore aggiunto che lo fa sempre più preferire alle altre strutture. Quest’anno c’è stato un boom perché gli anni della pandemia hanno fatto capire quanto sia importante l’ambiente verso il quale c’è sempre più la consapevolezza per la sua tutela”.
“L’agriturismo – è il punto di vista di Camillo Pugliesi, presidente della Cia Sicilia occidentale – è uno dei settori maggiormente colpiti dall’emergenza Covid-19, con le nostre aziende costrette a restare chiuse durante il lockdown e con forti restrizioni dettate dal governo nei mesi successivi.
Anche questa volta ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo attuato tutte quelle misure necessarie per mettere in sicurezza le nostre strutture. Certi che la nostra passione, la nostra ormai nota ospitalità, la nostra propensione alle relazioni sociali, oltre che la professionalità, avrebbe pagato, dopo i primi momenti di insicurezza, gli italiani hanno scelto, numerosi, di passare le loro vacanze estive di luglio e agosto del 2020 e poi quelle del 2021 nelle nostre strutture”.
“L’agriturismo – conclude il rappresentante della Cia – è stato così visto come un luogo fuori dalle mete di un turismo di massa, un posto all’aperto e al contatto con la natura e quindi più sicuro, sostenibile ed esperienziale. Abbiamo saputo dare momenti di relax, di svago, di nuove esperienze da portare a casa, ma anche di conforto verso i nostri ospiti, potendo affermare di essere sempre più indispensabili alla comunità.
Come Cia agricoltori italiani, insieme alla nostra associazione Turismo Verde, oltre a farci portavoce del malessere che riguarda la pessima viabilità, ci facciamo promotrici di diverse iniziative recuperando le ricette della tradizione contadina, le cultivar antiche, le specie autoctone in via di estinzione, ripristinando in tanti territori il paesaggio rurale, il tutto ripagato da un reddito complementare a quello derivante dall’attività agricola”.