PALERMO – Ancora altri prodotti siciliani che vedono riconosciuto il proprio valore e la propria qualità, unica nel proprio genere. Si tratta di due nuove registrazioni avvenute nel 2021, e sono il pistacchio di Raffadali Dop e la Pesca di Delia Igp. In totale, tra Dop, Igp e Stg, sono ben 70 i prodotti siciliani riconosciuti, una cifra che porta la Sicilia al sesto posto tra le regioni italiane, superata solo da Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto e Toscana.
In particolare, poi, l’Isola si trova al primo posto come numero di Dop cibo, con 20 registrazioni, e al settimo posto come Dop vino, con 24 registrazioni, superata solo da Piemonte (59), Toscana (52), Veneto (43), Puglia (32), Lazio (30) e Lombardia (26). Se si guarda agli Igp, la Sicilia si piazza in un ottimo terzo posto nel settore cibo, con 16 registrazioni, subito dopo a Emilia Romagna (25), e Veneto (18), mentre si trova al settimo posto degli Igp vino, con 7 registrazioni; prima della Sicilia, Sardegna e Lombardia (15), Calabria, Campania e Veneto (10) e Emilia Romagna (9).
I numeri assoluti dei prodotti si traducono in numeri economici: se a livello nazionale si parla di ben 7,3 miliardi di introito del settore nel 2020, in Sicilia segna un ingresso che si quantifica in 77 milioni di euro. Sono i formaggi, con un valore alla produzione di 4,2 miliardi di euro a rappresentare la categoria che ha il peso economico più importante in Italia, pari al 57% sull’intero paniere del Cibo, Dop e Igp, seguiti dai prodotti a base di carne con 1,9 miliardi di euro e un peso del 26%; ancora dietro, gli ortofrutticoli (404 milioni di euro) grazie alle mele che trainano la categoria assieme alla frutta a guscio e agli agrumi siciliani.
Guardando all’ambito strettamente isolano, i formaggi registrano un giro d’affari nell’ambito del cibo di 3 milioni di euro, un milione va alla carne e derivati; in grande aumento nel 2020 anche la produzione del limone di Siracusa, che aumenta del 21,5% rispetto al 2019, e l’arancia rossa di Sicilia, che aumenta di ben il 47,7%. In calo, invece, il pomodoro di Pachino. L’ortofrutticolo è sicuramente il traino in Sicilia, e raggiunge un giro di affari di 53 milioni di euro. Se si guarda all’insieme di Sud e Isole, l’introito economico sale a 2,7 miliardi di euro, dati dall’insieme di 306 prodotti Dop Igp, che è il 16% del valore complessivo nazionale, mettendo insieme cibo e vino.
Nonostante la bontà dei prodotti e la ricchezza della scelta proposta, sull’impatto economico la Sicilia mostra qualche difficoltà. Si trova, infatti, soltanto al 10° posto in Italia con i suoi 554 milioni di euro di giro d’affari e una sostanziale stagnazione del volume d’affari rimasto invariato rispetto all’anno prima. Con appena 10 milioni di euro in più rispetto al 2019 per quanto riguarda i Dop e gli Igp vino, e 8 milioni nel comparto vino, si arriva ad appena lo 0,2% in più, una cifra veramente irrisoria, rispetto, ad esempio, ai risultato raggiunti dalla Puglia (+24%) o la Sardegna (+12%). Un vero peccato, infatti, non riuscire a sfruttare tutte le potenzialità espresse da questi prodotti: da oriente ad occidente, in tutta l’Isola sono presenti prodotti che hanno meritato riconoscimenti ufficiali per la propria bontà e genuinità, così legata alla storia e alla cultura del territorio.
Per ottenere la Igp o la Dop, infatti, almeno una fase del processo produttivo deve avvenire secondo rigide regole produttive stabilite nel disciplinare di produzione, e il rispetto di tali regole è garantito da uno specifico organismo di controllo indipendente.