CATANIA – Gli effetti del cambiamento climatico in Sicilia non solo si sentono, ma si vedono. A partire dai frutti che rischiano di perdere alcune delle loro caratteristiche come la colorazione vivace a cui siamo abituati. L’allarme lo ha lanciato la Coldiretti Sicilia che parla di una situazione particolarmente grave nella piana di Catania, “patria delle arance rosse che stanno ritardando la pigmentazione proprio per mancanza di freddo, indispensabile per la colorazione. La pezzatura è piccola ma ogni giorno i produttori lavorano al mantenimento degli standard qualitativi”. Per analizzare il quadro etneo, abbiamo intervistato Andrea Passanisi, presidente di Coldiretti della provincia.
Presidente, ieri la Coldiretti regionale ha lanciato l’allarme sulla siccità nelle campagne e dichiarato che molte produzioni stanno subendo forti contraccolpi soprattutto nella piana di Catania e nel settore agrumicolo… Entrando nel dettaglio com’è realmente la situazione nel catanese?
“Purtroppo l’assenza di pioggia, soprattutto nei periodi che tradizionalmente erano piovosi, sta mettendo in seria sofferenza tutta l’isola e l’emergenza si riferisce in particolare alla Piana di Catania. L’assenza di piogge autunnali è la conferma dei cambiamenti climatici e dovremmo adeguarci anche per intercettare e conservare l’acqua, cosa che avviene con tempi burocratici molto lenti”.
Il nodo è la quantità di millimetri di precipitazioni che vengono giù…
“Non è proprio questo il problema. Le precipitazioni poi tirando le somme annue si recuperano. La questione riguarda i periodi in cui piove e le quantità di acqua che vengono giù in poco tempo. Le piante inoltre hanno un ciclo biologico e vitale e con questi caldi anomali vanno in stress. Inoltre in mancanza di pioggia i frutti ingrossano tardivamente, come stiamo riscontrando negli agrumi della piana di Catania. La qualità del prodotto non la mettiamo in dubbio perché ho parlato con alcuni agrumicoltori che mi hanno confermato che i frutti rispondono agli stessi standard qualitativi dei precedenti anni. Ma il ritardo della pigmentazione e del calibro potrebbe comportare seri problemi nella commercializzazione di uno de prodotti di nicchia della nostra provincia”.
Lei parla di acqua che andrebbe meglio raccolta. Che fine hanno fatto i numerosi lavori annunciati dal Consorzio dei quali si parla da anni?
“Premesso che con l’arrivo alla Regione dell’assessore Luca Sammartino abbiamo visto un approccio più collaborativo e fattivo, in atto attendiamo ancora la riforma dei consorzi di bonifica che passeranno da 13 a 4. Sulla questione e sulla programmazione attendiamo che scatti la prossima stagione. Comunque siamo in un momento storico e si attende il voto all’Ars. La nuova riorganizzazione dei consorzi ci si augura che abbia un seguito concreto rispetto ai trent’anni di commissariamenti spesso inutili. Bisogna dare atto al governo regionale che si sta muovendo per sostenere l’agricoltura. E l’ultimo stanziamento di 800mila euro annunciato dall’assessore Sammartino va sulla strada giusta”.
In definitiva che stagione avremo nel catanese?
“Avremo una percentuale di produzione minore rispetto al passato, con ritardi nella raccolta in particolare delle arance e degli agrumi come i limoni che ancora non hanno avviato la pigmentazione. Ma i comparti che oggi sono più in sofferenza sono quelli del ‘tropicale’, mango avocado…che stanno registrando un calo della produzione. L’umidità e le temperature molto alte di questa estate influiscono molto su questo genere di piante”.
L’ennesima emergenza climatica rischia poi di ripercuotersi in maniera evidente sul prezzo al dettaglio dei prodotti che già rispetto agli anni passati sono in alcuni casi più che triplicati?
“Qualche problema esiste, ma l’aumento noi lo abbiamo registrato sin dallo scoppio della guerra russo-ucraina con i rincari di carburante e altri prodotti. Certo quando rallenta la produzione o raccogli meno frutti è logico che poi un aumento lo percepisci quando vai a fare la spesa…”.