PALERMO – La Conferenza regionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Sicilia è intervenuta sul tema della cumulabilità degli aiuti in agricoltura, dopo aver letto una comunicazione che rischia di tagliare le gambe ad un intero settore. In una nota della Direzione generale dell’Agricoltura della Commissione europea, inviata alla Regione siciliana nel novembre 2020, il dg Mihail Dumitru, rispondendo a uno specifico quesito posto dalla Regione in tema di cumulabilità tra aiuti, ha sostanzialmente affermato la sovrapponibilità tra strumenti agevolativi di diversa origine ma solo entro i limiti massimi imposti dalla Comunità europea.
“Nonostante la dottrina consolidata – ha dichiarato il presidente del Coordinamento dei commercialisti siciliani, Maurizio Attinelli – consideri cumulabili gli aiuti di Stato con le misure di carattere generale proposte dal Paese membro fino al 100% della spesa sostenuta, l’attuale posizione del dg europeo all’Agricoltura limita tale cumulabilità entro una percentuale che si attesta a circa il 50% della spesa ammessa con evidenti ripercussioni per il già asfittico comparto agricolo”.
“Per essere ancora più chiari – ha sottolineato Maurizio Attinelli – un’azienda agricola che deve investire in processi di automazione industriale delle proprie serre, fino a qualche giorno fa poteva contare su un incentivo complessivo pari al 90% del valore del bene, adesso, si vede ridurre l’aiuto a quasi la metà. E questo solo per l’Agricoltura”.
“L’effetto di un simile parere – ha continuato il presidente -, ad oggi comunque non vincolante, è dirompente poiché interviene direttamente sulle prerogative di Politica economica di ogni Stato membro estendendo il perimetro di ‘competenza europea’ ben oltre gli attuali confini. Tutto questo è il frutto dell’ambiguità delle norme che continua a rappresentare certamente un freno per lo sviluppo economico del Paese. Un giorno un ufficio sostiene una tesi, un altro giorno un ufficio diverso ne sostiene un’altra. Un chiaro esempio di quanto appena rappresentato è costituito da due differenti strumenti agevolativi disponibili per le imprese siciliane: il Piano per lo sviluppo rurale (o Psr) gestito dalla Regione siciliana e le agevolazioni previste dal Piano Transizione 4.0 promosso dal ministero dello Sviluppo economico”.
Tutti gli interventi previsti dal piano Transizione 4.0 non potranno più essere cumulati con le agevolazioni europee nei limiti del costo del bene ma dovranno soggiacere a ben altri e più stingenti limiti determinati dai massimali di ammissibilità riportati negli specifici regolamenti per l’agricoltura.
“Qualunque strumento di sostegno agli investimenti concesso da uno Stato membro per l’agricoltura – ha concluso il presidente, Maurizio Attinelli -, da adesso dovrà fare i conti con le aliquote stabilite da Bruxelles anche quando si tratta di crediti d’imposta generalizzati e/o interventi a carattere generale. Vogliamo dare voce a questa problematica, rappresentando il punto di vista dei dottori commercialisti ed esperti contabili della Regione siciliana per essere elemento di stimolo per un confronto tra le amministrazioni competenti al fine di dirimere in via definitiva la controversia”.
Bisogna fare chiarezza su un tema estremamente complesso e di quotidiana importanza, soprattutto in un momento di pandemia, nel quale una somma enorme di incentivi sarebbe una buona iniezione d’ossigeno per le imprese agricole siciliane.
Biagio Tinghino