Economia

Aiuti di Stato, in Sicilia supporto per un’impresa su quattro

Sono oltre 1.200.000, il 22,5% del totale nazionale, le aziende italiane che lo scorso anno hanno ricevuto aiuti di Stato, per un totale di circa 103 mld di euro (il 78% sono “Aiuti sotto forma di garanzie statali sui prestiti per garantire l’accesso alla liquidità delle imprese”): è quanto emerge dal primo Osservatorio sugli Aiuti di Stato realizzato da CRIBIS, società del gruppo CRIF specializzata nella business information.

L’Osservatorio ha incrociato i dati del Registro Nazionale degli Aiuti di Stato con quelli della banca dati di CRIBIS, analizzando la tipologia, le dimensioni e i settori delle imprese che, nel periodo gennaio 2020 – gennaio 2021, hanno usufruito del sostegno pubblico per fronteggiare la crisi dovuta all’emergenza Covid-19.

Considerando il numero di imprese che hanno ricevuto aiuti di Stato in rapporto al totale delle aziende attive sul territorio, è la Valle d’Aosta a guidare la classifica regionale, con il 51,6% (6.142 imprese). Seguono Friuli-Venezia Giulia (40%, 37.345 imprese), Marche (34,1%, 51.577) e Basilicata (30,1%, 15.755). Nelle ultime posizioni troviamo Lazio (15,3%, con 87.429 imprese), Molise (16,3%, 4.962) e Campania (16,7%, 82.783).

Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna sono le regioni che, in valore assoluto, hanno ricevuto più aiuti di Stato: 23,77 miliardi di euro la Lombardia, quasi il doppio del Veneto (12 mld di euro) e oltre il doppio dell’Emilia-Romagna (10, 93 mld di euro).

In questa classifica la Sicilia si colloca all’ottavo posto in Italia con 100.497 imprese che hanno ricevuto aiuti di Stato, il 24,9% del totale delle imprese regionali. E’ stata Messina la provincia più aiutata con 14.343 beneficiarie (26,5% del totale provinciale). Seguono Enna, Agrigento e Palermo. Fanalino di coda regionale sono le imprese della provincia di Siracusa.

Nella top ten delle province con la più alta percentuale di imprese che hanno ottenuto aiuti di Stato troviamo in testa Aosta (51,6%) che precede Gorizia (42,5%, 3.878 imprese), Udine (40,2%, 18.029), Trieste (39,8%, 6.084) e Pordenone (38,8%, 9.354). Seguono, nell’ordine, Trento (36,5%, 17.362) e quattro province marchigiane: Fermo (34,7%, 6.731), Macerata (34,5%, 11.823), Pesaro (34,4%, 12.241) e Ancona (33,7%, 13.644).

Le 10 province le cui imprese, in rapporto al totale di quelle presenti sul territorio, hanno fatto meno ricorso agli aiuti concessi dal Governo sono invece Caserta (12,7%, 10.631 aziende), Bolzano (12,8%, 7.101), Roma (14,5%, 64.823), Viterbo (14,6%, 4.965), Rieti (14,7%, 2.069), Benevento (14,8%, 4.556), Nuoro (15,6%, 3.616), Campobasso (15,6%, 3.533), Latina (15,9%, 8.397) e Oristano (15,9%, 2.238).

In base all’analisi dell’Osservatorio, il settore che ha fatto maggiormente ricorso agli aiuti di Stato è quello del commercio al dettaglio (che da solo ha assorbito il 16,3% del totale degli aiuti concessi), seguito dai servizi di ristorazione (12,1%), dal commercio all’ingrosso (9,3%) e dai lavori di costruzione specializzati (9,2%).

A fare la parte del leone, per quanto riguarda la dimensione aziendale, sono le microimprese, che hanno assorbito il 91,9% del totale degli aiuti, a fronte del 7% delle piccole, l’1% delle medie e lo 0,1% delle grandi, mentre, relativamente al fatturato, sono le aziende con un giro d’affari inferiore al milione di euro (89,4%).

L’analisi dell’Osservatorio evidenzia infine che sono soprattutto le imprese più giovani ad avere ricevuto gli aiuti di Stato: per il 42,2% si tratta di aziende nate fra il 2011 e oggi, percentuale che scende al 26,8% per quelle nate fra il 2001 e il 2010 e al 16,5% per quelle nate fra il 1991 e il 2000.

Gestiti attraverso il Ministero dello Sviluppo Economico, gli Aiuti di Stato hanno varie tipologie: aiuti di importo limitato (sovvenzioni dirette, agevolazioni fiscali e di pagamento o altre forme); garanzie statali sui prestiti per garantire l’accesso alla liquidità delle imprese; tassi di interesse agevolati per i prestiti pubblici e garanzie e prestiti veicolati tramite banche; assicurazione del credito all’esportazione a breve termine da parte dello Stato; aiuti per la ricerca e sviluppo e per gli investimenti per la produzione di prodotti connessi al Covid-19; differimento delle imposte e/o dei contributi previdenziali; sovvenzioni per il pagamento dei salari; sostegno per i costi fissi non coperti dalle imprese e per la ricapitalizzazione a favore delle imprese.