Impresa

Aiuti di Stato sui prestiti bancari, in Sicilia soltanto le briciole

ROMA – Le operazioni di finanziamento garantito dallo Stato a sostegno delle imprese per fronteggiare la pandemia e di importo superiore a 30.000 euro sono andate soprattutto in quattro regioni del nord: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna. Queste, con 103,3 miliardi, assorbono circa il 52,3% delle risorse complessive per questa fascia di importo.
È quanto emerge dalla ‘Mappa degli aiuti di Stato sui prestiti bancari’ elaborata dalla Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani).

Segue l’area del Centro Nord con 47,7 miliardi, di cui il 37% destinato al Lazio, il 34% alla Toscana, l’8% all’Abruzzo e il restante 21% distribuito tra Umbria e Marche. Il tessuto delle piccole e medie imprese tricolori, che è concentrato nel Sud Italia, ha invece ricevuto solo il 17,62% dei finanziamenti superiori a 30.000 euro. In particolare, il Molise e la Basilicata sono le regioni con le percentuali più basse di aiuti pubblici in questa categoria di importo (rispettivamente lo 0,3% e lo 0,5%), seguite da Calabria (1%) e Sardegna (1,4%). Anche in termini di numero di operazioni, le regioni con il numero inferiore di richieste sono rappresentate dal Molise (5.411) e Basilicata (8.442) – rispetto a un numero nazionale medio di 1-398.473 – che insieme a Sicilia, Puglia e Basilicata hanno beneficiato complessivamente lo 0,8% delle operazioni totali. Tra le regioni del Meridione, il picco di finanziamenti è stato erogato in favore della Campania che con il 6,5% del totale delle risorse erogate per classe di importo, ha beneficiato di 12,9 miliardi di euro di aiuti statali.

In termini di distribuzione e concessione, le percentuali e i grandi numeri si ripetono anche con riferimento alle operazioni di importo inferiore a 30.000 euro, dove, su 1.179.579 operazioni, più di un quarto sono state presentate nelle regioni con il maggior numero di imprese e lavoratori del territorio nazionale e che, probabilmente, sono anche state colpite in maggior misura dalla crisi: si tratta della Lombardia (16,4%) e Lazio (9,1%) seguite dall’Emilia Romagna (8,8%) e Veneto (8,2%).

Il rapporto Fabi evidenzia un calo dei ricavi e una caduta dei margini di redditività che sono stati i segnali di una battuta di arresto del sistema produttivo italiano negli ultimi 18 mesi, ma “la crescita – si legge nel documento – delle misure di sostegno governative ha decisamente consentito alle imprese tricolori di resistere all’urto della pandemia e di governare l’incertezza. Statistiche ufficiali mostrano che nel panorama europeo, l’Italia, insieme alla Spagna, non solo si distingue per la percentuale di ricorso ai finanziamenti assistiti da garanzia pubblica (circa il 5% dei prestiti in essere del sistema bancario), ma vanta anche il primato del grado di copertura più elevato con un 85% medio rispetto alla Spagna e Germania (80%) e Francia (55%)”.

I sostegni messi in campo dal governo per fronteggiare l’emergenza pandemica sono in totale 311 miliardi di euro. Di questi circa 60 miliardi in moratorie ancora attive, a fronte di 500.000 sospensioni accordate, tre milioni di richieste di finanziamenti presentate, più di 220 miliardi di prestiti garantiti da Mediocredito Centrale e 31 miliardi quelli erogati attraverso Sace.

Nella sua analisi Fabi avverte: una parte delle misure, tuttavia, non è più attiva, altre scadranno tra pochi mesi col risultato che oltre 1,2 milioni di soggetti, tra cittadini e aziende, potrebbe trovarsi in enorme difficoltà. Lo scenario è quello di una emergenza di liquidità a livello nazionale che potrebbe portare a dissesti finanziari e fallimenti.