Cronaca

VIDEO | In Sicilia nuove regole per le imprese confiscate alla mafia. Cracolici: “Facciamo la nostra parte”

“È la prima volta che la Regione sceglie di occuparsi di un problema grave, che è quello delle moltissime aziende confiscate che poi di fatto muoiono; c’é una mortalità altissima, si dice del 97, 98%”. Il commento del presidente della Commissione antimafia siciliana Antonello Cracolici è chiaro sulla questione delle opportunità che le imprese sottoposte a confisca hanno dopo essere appartenute alla mafia.

Un mercato inquinato prima, quando a gestirle era l’organizzazione mafiosa, appiattito poi con il fallimento dell’impresa pulita mentre con buona probabilità la mafia ha già investito altrove. Su questo tema, delicato sia per la lotta alla mafia che per la restituzione di un modello di cultura al territorio, interviene l’articolo 16 della Manovra quater già approvata dall’Ars e oggi in pubblicazione sull’edizione straordinaria Gazzetta Ufficiale regionale siciliana.

La confisca delle imprese alla mafia, opportunità per la Sicilia

“Noi vogliamo dimostrare che si può aiutare questo sistema di imprese confiscate – spiega Cracolici – garantendo loro credito agevolato, a zero interessi, consentire alle imprese che si occupano di agricoltura sociale di potere avere anche quelle forme di aiuto per realizzare in terreni confiscati alla mafia ciò che dimostra che lo Stato può vincere creando agricoltura sociale, fattorie didattiche, aziende che vengono localizzate utilizzando anche le categorie svantaggiate; insomma, mettere in campo una strategia in cui la Regione non gira la faccia dall’altra parte perché è un compito dello Stato. Noi facciamo la nostra parte e chiediamo allo Stato di fare meglio la sua parte”.

Così, ancora una volta, la Regione Siciliana adotta misure innovative anticipando il legislatore nazionale.

La proposta

Quella proposta su input della Commissione antimafia siciliana, presentata in conferenza stampa all’Ars dal presidente Cracolici insieme alle colleghe di commissione Bernadette Grasso e Jose Marano, è una norma tutto sommato semplice che supera un controsenso nazionale. Fino all’introduzione dell’articolo 16 nel Ddl 809, la variazione di bilancio, le imprese confiscate alla mafia erano per loro natura in black list per le banche e anche dopo un’assegnazione ad amministrazione controllata o ad altro soggetto che intendeva portarne avanti l’operato garantendo al contempo una continuità occupazionale, le banche non concedevano prestiti pregiudicandone il rilancio.

Con la variazione di bilancio, già Manovra quater, il Fondo Sicilia della legge regionale 22 febbraio viene incrementato di quattro milioni di euro per un plafond che consentirà ad Irfis di prestare, con tutte le garanzie e le tutele necessarie, fondi per le imprese in black list a causa delle precedenti amministrazioni cui le stesse sono state confiscate. Un prestito senza interessi che consente alla predette imprese di non morire dopo essere state sottratte alla mafia, lanciando così anche un forte messaggio culturale al territorio: c’é vita oltre la malavita organizzata. Lo stesso articolo 16 della Manovra quater introduce inoltre l’opportunità di un contributo a fondo perduto fino a diecimila euro per agevolare l’avviamento di aziende agricole sociali.