Finisce il governo Draghi, il tentativo di dare autorevolezza, soprattutto internazionale, al Paese, che un sistema politico impazzito aveva ridotto ai minimi termini. Ritorniamo ad essere i soliti italiani, maestri di teatro pirandelliano, in cui siamo uno, nessuno e centomila.
Attenzione Draghi non voleva restare a perdere tempo, forse lo aveva già preventivato dopo le elezioni al Quirinale. Ha fatto un discorso ruvido, fatto apposta per farsi dire di no. E il governo dei migliori, dell’unità nazionale invocata da Mattarella è naufragato sul cupio dissolvi dei partiti, quasi tutti. Molti pagheranno pesantemente la giornata di oggi, o per crisi interne o per risultati elettorali pessimi, o per entrambe le cose.
Alcuni dicevano, non solo i complottisti, che Draghi era venuto per liquidare l’Italia. Sicuramente ha liquefatto il sistema dei partiti, che saranno molto più deboli dopo il suo governo. Nascerà un’area Draghi che si riferisca a lui per le prossime elezioni? Questa è una partita tutta da vedere.
Cosa succederà di qui al voto? L’Italia finirà nei casini finanziari, finito l’ombrello Draghi? I presagi non sono buoni, sicuramente, non facendo le riforme necessarie metteremo a rischio la seconda tranche dei fondi del PNRR. Si riuscirà a fare una legge di stabilità? Molto probabilmente no ed andremo all’esercizio provvisorio. Riusciremo a recuperare autonomia energetica? Non pensiamo proprio ed il conto lo vedremo nelle bollette che ci costeranno quanto un mutuo.
I populismi aumenteranno e il Paese sarà diviso e dilaniato. Uscirà una maggioranza stabile dalle urne? Ci saranno solo coalizioni per spartirsi i seggi, poi, come ci ha abituato questa legislatura, ognuno per sé e Dio per tutti. Tranne che per l’Italia, il paese reale, che scivolerà sempre di più nella povertà e nella fuga dei giovani.
Così è se vi pare.
Giovanni Pizzo