ALCAMO (TP) – Poca chiarezza sul ruolo del Comune e su quello del Consiglio di amministrazione. Per questo motivo il Consiglio comunale ha deciso di bocciare la modifica statutaria stabilita dalla Regione sull’Ipab Mangione, l’ente di assistenza e beneficenza per anziani e disabili. L’assise, con 17 voti a favore e un solo astenuto, ha dato parere negativo. Si rimane quindi in attesa di quanto deciderà di fare la Regione, sulla base di ciò che è stato espresso dal municipio alcamese.
La decisione del Comune arriva a seguito del parere contrario espresso dalla dirigente della Direzione 5, Tiziana Vinci, che ha messo in evidenza come lo statuto approvato dal Consiglio di amministrazione dell’Ipab manchi di chiarezza sul sistema della governance dell’ente, tenuto conto che non risultano chiariti a sufficienza le responsabilità dei componenti del Consiglio di amministrazione per le attività esercitate e degli enti che provvedono alla nomina. A conclusione dell’istruttoria, l’ufficio ha ritenuto di proporre al Consiglio di esprimere parere contrario, anche perché le modifiche non chiariscono il ruolo del Comune in termini di responsabilità e controlli.
L’istituto “Mangione” nasce alla fine dell’800 per volontà testamentaria dell’avvocato Antonino Mangione. Successivamente, a causa della svalutazione della moneta, dopo i conflitti mondiali e il continuo rincaro dei prezzi, le rendite percepite dall’Istituto con i soli beni del fondatore divennero insufficienti, per cui il “Ricovero di mendicità Mangione” attraversò un trentennio di difficoltà economiche. In tale periodo la Pia Opera sopravvisse grazie a generosi contributi elargiti da parte di singoli cittadini, consapevoli di compiere un’opera umana, cristiana e sociale nei confronti degli anziani e inabili ospiti della struttura.
Nonostante questo, però, per molti anni la Pia Opera non fu in grado di sostenersi con le risorse dei propri beni e degli incerti proventi della carità dei privati. Pertanto il Comune di Alcamo provvide, a partire dal primo gennaio 1947 a corrispondere al Ricovero una diaria. In quell’anno il “Ricovero di mendicità Mangione” cambia denominazione assumendo il nome di Opera Pia Casa di Ospitalità per Indigenti “A. Mangione”. Nel 2000, a seguito dell’approvazione dell’attuale statuto dell’Ente assume la denominazione definitiva di Casa di Ospitalità “A.Mangione”.
L’attuale sede assistenziale negli ultimi 50 anni è stata oggetto di ristrutturazione dovuta sia al sisma del 1968 che all’adeguamento agli standard strutturali previsti dalle norme vigenti per le case di riposo lavori effettuati nel 1990. Attualmente la casa di riposo ha una ricettività di 49 anziani, mentre la comunità alloggio per disabili psichici ha una ricettività di 10 unità.
Gli ospiti vengono assistiti dagli operatori dell’Ente e dalle suore della congregazione religiosa delle “Piccole suore della presentazione di Maria al Tempio” che sono presenti all’interno delle strutture, adoperandosi con grande spirito di servizio e assistenza.
Al suo interno vengono erogati servizi di assistenza di base, cura, igiene della persona, aiuto per i pasti, con diete personalizzate e attività di animazione e laboratori educativi. Ancora, vengono organizzate attività ricreative e artistico – manuali. Ancora, vengono forniti servizi di segretariato sociale, fornendo informazioni, consulenza per pratiche di invalidità, presidi e protesi, pensioni. Agli assistiti viene fornita assistenza infermieristica e somministrazione delle terapie, assistenza medica in loco e prenotazione e accompagnamento alle visite mediche specialistiche presso strutture pubbliche e private.