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Allarme Consulcesi, “In piena emergenza mancano 56 mila camici bianchi”

“Contro la carenza cronica di medici in Italia, ancora più evidente in piena emergenza Covid-19, bisognerebbe agire alla radice del problema, ovvero dalle università: il sistema del Numero Chiuso, in vigore dal 1999, è alla base di questo vuoto. Se mancano 56mila camici bianchi, che senso ha escludere ogni anno circa 50mila aspiranti medici?”. A parlare è Massimo Tortorella, presidente Consulcesi, il network legale e di formazione dei professionisti della sanità, che si aggiunge al coro di appelli per mettere fine alla grave mancanza di operatori sanitari in Italia.

All’appello mancano specialisti, come anestesisti-rianimatori e infettivologi, ma anche medici di famiglia e, in generale, nuove forze per far fronte all’enorme carico di lavoro negli ospedali e negli ambulatori. “Ma servono anche infermieri, circa 50mila, ‘eroi invisibili’ di questa devastante battaglia al Sars-CoV-2”, sottolinea Tortorella. Per riuscire a colmare i vuoti, secondo il presidente di Consulcesi, c’è bisogno di un piano ben definito che parta già dalle selezioni nelle università.

“Il problema della carenza cronica di operatori sanitari va affrontato a monte con una corretta programmazione secondo il fabbisogno nazionale e con una riforma efficace che superi il test a crocette” ha detto Tortorella. “è un metodo difettoso contro il quale ci battiamo da 20 anni. Oggi, mentre il nostro Paese lotta contro una delle più urgenti emergenze della storia con un numero insufficiente di operatori sanitari, si ritrova allo stesso tempo a dover rispondere a migliaia di ricorsi presentati dai candidati ai test di Medicina vittime di gravi irregolarità segnalate nel corso della prova”, ha sottolineato Tortorella.