Oltre duecentomila per prelevare e portare a smaltimento i rifiuti bruciati che i netturbini periodicamente raccolgono in giro per la città. A indire la gare d’appalto è la Rap, la partecipata del Comune di Palermo che si occupa della raccolta della spazzatura e che gestisce la discarica di Bellolampo. La procedura è stata pubblicata nei giorni scorsi e concede tempo fino al 4 settembre alle ditte del settore di formulare un’offerta per aggiudicarsi un servizio della durata di due anni. I rifiuti al centro dell’appalto sono quelli combusti o particolarmente combusti, nei mesi scorsi sottoposti ad analisi chimiche per determinarne il livello di rischio dal punto di vista ambientale e dell’incolumità per le persone.
Con una base d’asta di 217mila euro, la procedura verrà aggiudicata tenendo conto esclusivamente del criterio del minor prezzo. I documenti sono stati pubblicati sulla piattaforma del Mepa, il mercato elettronico della pubblica amministrazione.
Il servizio prevede il prelievo, il trasporto e il conferimento in impianti di trattamento e smaltimento autorizzati dei rifiuti precedentemente recuperati dagli operatori ecologici in più punti del capoluogo. La città di Palermo, infatti, continua a fare i conti con un sistema di gestione non soltanto ben lontano dagli obiettivi previsti dall’Unione Europea, ma spesso anche dai livelli minimi da garantire per evitare l’emergenza igienico-sanitaria. Una situazione ulteriormente aggravata dai roghi che periodicamente divampano in città, il più delle volte appiccati con l’intento di smaltire i cumuli di rifiuti e senza tenere conto dei pericoli per salute che derivano dalla combustione di materiali spesso pericolosi.
Allegati ai documenti di gara ci sono anche i risultati di tre analisi di caratterizzazione dei rifiuti che dovranno essere portati a smaltimento. I primi campioni sono stati prelevati ad aprile e agosto del 2022 dal centro di raccolta comunale in zona Oreto e da uno scarrabile situato a Bellolampo, mentre l’ultimo a gennaio di quest’anno sempre dall’interno della discarica gestita da Rap.
A occuparsi della caratterizzazione dei materiali bruciati è stato un laboratorio di Menfi, in provincia di Agrigento. I risultati dicono che i due campioni prelevati a Bellolampo non sono pericolosi, mentre quello ricavato dai rifiuti portati nel centro di raccolta comunale risultano eco-tossici, con una categoria di pericolosità H412 cronico 3, ovvero di potenziale minaccia per l’ambiente acquatico sul medio-lungo termine.
La scorsa settimana a far discutere è stata la decisione dell’Assemblea regionale siciliana di varare un emendamento – poi votato in maniera compatta da maggioranza e opposizioni – per assegnare al Comune di Palermo, guidato dall’amministrazione Lagalla, un contributo di un milione di euro per la gestione delle criticità connesse al ciclo integrato dei rifiuti.
Già in passato la politica regionale aveva avuto un occhio di riguardo nei confronti della gestione dei rifiuti a Palermo, storicamente l’anello debole a livello regionale in fatto di raccolta differenziata. Le critiche, seppure a microfoni spenti, considerata la condivisione della manovra finanziaria da parte di tutti i partiti, hanno riguardato la scelta di finanziare un servizio che la legge dice che debba essere sostenuto con le risorse provenienti dalla Tari, la tassa comunale sui rifiuti.
Nel caso di Palermo, invece, il milione di euro è stato ricavato dall’extra-gettito Irpef che la Regione si è ritrovata in pancia.
Parlare di rifiuti bruciati a Palermo fa venire in mente il rogo che a giugno è divampato a ridosso della settima vasca di Bellolampo, la stessa che è oggetto di lavori di ampliamento. In quel caso la combustione ha riguardato rifiuti già precedentemente abbancati. L’ipotesi di una matrice dolosa anche in quella circostanza non è esclusa e sull’episodio la procura ha aperto un fascicolo d’indagine.
Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI