Cresce l’allerta terrorismo in Italia, soprattutto per il timore della presenza di “lupi solitari” e di attacchi dovuti alle numerose tensioni internazionali: a riferirlo, in un’intervista al Messaggero, è il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
Anche se non vi sono allarmi specifici, come specificato dal ministro, sono comunque in programma degli interventi per accrescere il livello di sicurezza nelle città.
“Fin da subito abbiamo innalzato al massimo livello le attività di prevenzione antiterrorismo. Abbiamo rafforzato il presidio a difesa degli obiettivi sensibili. Abbiamo intensificato il monitoraggio degli ambienti potenzialmente più problematici sul fronte dell’estremismo e i dati riguardanti le persone individuate ed espulse, ne sono la dimostrazione. Esiste il pericolo di radicalizzazione e le operazioni recentemente condotte in Europa – Germania e Spagna in primis – sono la testimonianza dell’attuale livello di minaccia”, specifica il ministro dell’Interno.
“Il rischio che agiscano dei lupi solitari non va mai sottovalutato, come dimostrato dai gravi episodi accaduti recentemente in Europa. Non vi sono, comunque, allarmi specifici. Ma l’attenzione deve rimanere alta”, si legge ancora nell’intervista.
Con la crescita dell’allerta terrorismo e lupi solitari, Piantedosi intende intensificare il piano operativo per accrescere il livello di sicurezza nelle principali città italiane. L’attenzione è rivolta soprattutto agli obiettivi “sensibili”, come stazioni e aeroporti, principalmente a Roma e a Milano. “È anche questa la chiara testimonianza dell’impegno del governo a presidiare sempre più i luoghi di maggiore aggregazione di persone anche per rafforzare la percezione di sicurezza. Per proseguire lungo la linea tracciata, a breve incontrerò i sindaci delle tre maggiori aree metropolitane per estendere le operazioni straordinarie di controllo del territorio anche alle aree limitrofe alle stazioni”, rivela il ministro.
L’attenzione è alta – contro i gesti di violenza e i reati in generale – negli ospedali, dove i presidi sono aumentati del 50% nell’ultimo anno. Ma è soprattutto nelle aree potenzialmente più problematiche sul fronte dell’estremismo e del terrorismo che l’attenzione del Governo è più alta.
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