“La bozza di regolamento sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio predisposta dalla Commissione Europea, stravolge i principi fin qui adottati per la loro gestione e avrebbe un impatto devastante su tutte le imprese italiane con quasi 7 milioni di posti di lavoro a rischio”. A ribadire le critiche alla direttiva europea è il vicepresidente di Confindustria, Emanuele Orsini, in occasione della convention di oggi a Milano “la forza dell’Italia”.
“Condividiamo fortemente gli obiettivi della transizione ambientale, già da tempo al centro delle priorità delle imprese industriali, ma per completarla servono più tecnologia, più investimenti e soprattutto la necessaria proporzionalità e gradualità nelle regole, per permettere alle aziende di sostenerne i costi mantenendo alte leadership e competitività sui mercati internazionali. Ma il problema ambientale può diventare sociale se non rispettiamo la neutralità tecnologica: abbiamo settori – come il packaging e l’automotive – in cui siamo leader e puntare su una tecnologia rispetto ad un’altra uccide l’industria europea e non risolve il problema”, prosegue.
“Ad esempio, identificare come uniche tecnologie quelle a zero emissioni allo scarico è un errore, perché consegna la filiera nazionale dell’automotive ai produttori asiatici e mette a rischio 70mila lavoratori del settore che con l’indotto arriverebbero a 140mila. È pertanto di fondamentale importanza sviluppare il concetto di carburanti carbon neutral per consentire alle diverse tecnologie di concorrere da subito alla riduzione e poi all’azzeramento delle emissioni di CO2 nel settore dei trasporti. Anche nel riciclo e nel packaging l’industria italiana è all’avanguardia, e ha investito per anni”, conclude.