Ambiente

Amianto, inefficace il Piano di smaltimento in Sicilia



“Il tanto atteso piano regionale amianto, che contiene tante buone intenzioni, rischia di essere del tutto inefficace, come del resto gli altri Piani di gestione dei rifiuti, mancando del tutto di quella concretezza e praticità che avrebbe potuto risolvere o quantomeno superare le attuali criticità”.

Lo afferma Legambiente.

“I dati sull’attività di rimozione e bonifica, oltre ad essere sconfortanti, solo 22.000 tonnellate di materiali contenenti amianto rimossi e circa 22.000 segnalazioni, sono del tutto insufficienti (fanno riferimento solo al 2015-2016 e 2017, mentre mancano quelli comunicati dal 1993 in poi) per una seria valutazione dell’efficacia degli interventi individuati nel piano”.

“Ma, soprattutto, il piano non definisce quanto tempo, quante risorse umane, strumentali ed economiche servano per raggiungere gli obiettivi generici che si sono prefissati. Così come rimane vago – e a volte anche in contrasto con altri documenti regionali riguardanti lo smaltimento dell’amianto – sulle previsioni impiantistiche”, prosegue.

“La mancanza di pianificazione diventa grave alla luce della stima – seppur approssimativa fatta di oltre 1 milione di metri cubi di materiale contenente amianto presenti sul territorio regionale e della proiezione – questa del tutto inverosimile – di smaltire entro 5 anni una simile quantità, considerato che procedendo agli attuali ritmi di smaltimento e bonifica, di anni ce ne vorranno 50”, osserva Legambiente.

“Ci sembra alquanto evanescente – dice Tommaso Castronovo, coordinatore Liberi dall’Amianto – puntare prioritariamente alla realizzazione di impianti di trattamento e trasformazione degli materiale contenente amianto, non essendo ancora state mai implementate a livello nazionale impianti su scala industriale ma solo (e in pochi casi) solo su scala pilota. Mentre, visti i notevoli ritardi accumulati a livello regionale, bisognerebbe concentrarsi su siti idonei specifici per l’amianto (discariche dedicate), possibilmente su scala provinciale, che sono più veloci da realizzare e al momento più efficaci delle alternative, ma soprattutto perché abbatterebbero da subito i costi dello smaltimento per pubblico e privati”.