La legislazione che non equipara i danni della fluoroedenite a quelli dell’amianto, le testimonianze dei parenti delle persone morte a causa dell’esposizione a questa sostanza e la mancanza di controlli. Questi sono alcuni degli argomenti trattati questa mattina durante la proiezione della video inchiesta denominata Amianto. I “veleni” di Biancavilla del regista palermitano Alberto Castiglione all’hotel Four Spa di Aci Castello, nel Catanese.
La video inchiesta, presentata dopo i saluti del segretario della Cgil di Catania, Carmelo De Caudo, ha mostrato in primis che già nel lontano 1996 fosse stato scoperto come la sostanza con le caratteristiche dell’amianto, che a Biancavilla venne utilizzata per costruire case e strade, fosse la causa principale dell’insorgenza in chi ne era esposto di mesotelioma pleurico, anche tramite gli studi dell’Istituto Superiore di Sanità e l’uso di cluster. Malgrado ciò e un’ordinanza sindacale di chiusura della cava di Monte Calvario, però, la legislazione vigente per l’amianto – considerato come sostanza legale fino al 1992 -, non è ancora applicabile. Dimostrato anche come durante i lavori di scavo della galleria per l’interramento della linea della Ferrovia Circumetnea nel territorio di Biancavilla sia stata scoperta la presenza della sostanza, precisamente all’ultimo miglio, quando si pensava che fosse semplicemente pietra lavica.
Per l’aspetto medico, dati i tempi lunghi per la diagnosi oltre a un’accelerazione delle procedure di bonifica di Monte Calvario e al riconoscimento del danno ambientale, è stata chiesta l’esecuzione di uno screening polmonare per i cittadini, ai quali spetta pure un risarcimento sociale.
I costi per le ristrutturazioni delle case costruite negli anni ‘70 con l’utilizzo della fluoroedenite sono alti e manometterle risulta parecchio rischioso. Per la ricerca scientifica a Biancavilla sono ancora del tutto assenti opere di donazione economica, a differenza di quanto accade invece in un centro del nord come Casale Monferrato. La correlazione con la leucemia è molto alta e in questo senso il gruppo dirigente del sindacato è molto attento.
Per gli interventi di riqualificazione è stato sottolineato come debbano essere esterni. Tutto questo anche a fronte di uno scenario regionale che al momento conta soltanto 90 Comuni dotati di un Piano Amianto e investimenti ancora assenti per la bonifica delle abitazioni. L’aspetto previdenziale deve prevedere la pensione Inail come diritto per i cittadini esposti alla fluoroedenite, delle tutele per i lavoratori, il rilancio di una vertenza e una rete sanitaria più efficiente. L’iscrizione all’Albo dei Gestori Ambientali inoltre è obbligatoria.
L’aspetto giuridico per il riconoscimento dei diritti per le persone esposte affonda le proprie radici nei primi anni ‘90, quando venne fatto un processo pilota con una sentenza per mesotelioma pleurico a Torino, e ha visto anche dei processi che hanno avuto come imputati datori di lavoro intorno ai 90 anni di età, a causa di una scarsa attenzione alla problematica nel passato, quando la sostanza veniva considerata invece miracolosa. Un aspetto che adesso implica una maggiore attenzione all’amianto rispetto al passato. Oltre alle persone esposte vanno tutelati anche i loro parenti, mentre per lo smaltimento dell’amianto tra i rifiuti è stato mostrato anche come ci siano in ballo ancora molti interessi.