Riceviamo e pubblichiamo la lettera del Presidente U.P. AN.C.L. Catania, Guido Sciacca
Caro direttore,
L’Unione Provinciale di Catania dell’A.N.C.L. (Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro), sente la necessità di elevare una vibrante protesta in merito di criteri adottati per l’erogazione degli aiuti previsti dal decreto “Cura Italia”, che si propone di far fronte alle gravi problematiche di carattere economico conseguenti alla pandemia di Covid-19 attualmente in corso. È veramente il caso di affermare che: tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare. Dopo le aspettative ingenerate dalle dichiarazioni del Governo, ci si attendevano ben altri risultati. In effetti per aggiungere ancora un detto della tradizione popolare è veramente il caso di ripetere l’antico adagio “La montagna alla fine ha partorito un topolino”. Infatti, già dalle prime letture della normativa del decreto richiamato e delle numerose disposizione dell’INPS, emergono tantissime problematiche direttamente collegate agli adempimenti necessari per accedere alle promesse misure di solidarietà sociale.
Pur senza voler fare una disamina accurata, ma fermandosi alle più evidenti distonie, non si può non rilevare che il criterio attuato in merito alla cassa integrazione in deroga a gestione regionale, rispecchia quella ordinaria, con la necessità dei quattro incombenti tradizionali e cioè: consultazione sindacale, istanza rivolta sia ai centri per l’impiego che all’Inps, nonché la risposta del Dipartimento Regionale Lavoro con l’emissione del decreto di spesa. Malgrado le promesse di semplificazione della procedura, che si sono avute in sede politica si ritiene, a ragioni veduta, che nessuno di questi interventi possa attuare, concretamente, con pagamenti a metà aprile, così come era stato annunciato.
Peraltro, vi è stata anche una sottovalutazione delle problematiche legate all’anticipazione bancaria di questi pagamenti, giacché l’accordo raggiunto con l’Abi, per ottenere il pagamento presso gli sportelli bancari, non include Poste Italiane, di cui si avvalgono numerosissimi lavoratori, che così si vedranno costretti a dover aprire appositamente un nuovo conto presso altri istituto di credito. Si è pure appreso che nella nostra Isola, molti istituti di credito non intendono aderire alla convenzione.
Un altro nodo di difficile soluzione è costituito dal gran numero di artigiani siciliani che non essendo iscritti agli enti bilaterali, non possono richiedere la Cig in deroga per sé e per i propri dipendenti, in quanto l’adesione ai fondi bilaterali costituisce un presupposto necessario per beneficiare di questo strumento di sostegno del reddito. È stato pure considerato, che il rimedio dell’iscrizione tardiva da parte degli artigiani comporterebbe l’obbligo di versare retroattivamente 36 mesi di contribuzione per avere diritto a percepire 20 settimane di Cig.
A questo quadro certamente inadeguato, sia rispetto alle aspettative, che anche all’effettive necessità del tessuto produttivo, deve aggiungersi per i professionisti operatori di settore le difficoltà ovviamente desumibili, nascenti da problemi di tenuta del sistema informatico dell’Istituto di previdenza nazionale, che è stato letteralmente preso d’assalto dalle miriade di domande di cui si tentava l’inoltro. Si confida per quanto possibile che gli appelli delle varie Associazioni professionali interessate non restino inascoltati da chi di dovere.
Guido Sciacca
Presidente U.P. AN.C.L. Catania