Ricorre oggi il 52° anniversario della strage di Piazza Fontana, il prologo di quello che è stato il periodo della “strategia della tensione” e che dà il via a una lunga serie di attentati che insanguineranno l’Italia durante gli anni Settanta. Sono 16.37 del 12 dicembre 1969, una bomba esplode nell’androne principale della Banca Nazionale dell’Agricoltura di piazza Fontana, a Milano. Il bilancio finale sarà di 17 vittime e 88 feriti. Dopo 52 anni, numerosi processi e depistaggi, Piazza Fontana resta ancora uno degli episodi più controversi della storia del nostro Paese.
Oggi, alle 16,37, ci sarà la cerimonia di commemorazione davanti all’edificio di piazza Fontana, con la posa delle corone e l’esecuzione del Silenzio.
A ricordare il 12 dicembre 1969 oggi anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Il micidiale ordigno che 52 anni or sono venne fatto esplodere nella sede della Banca nazionale dell’Agricoltura, in piazza Fontana a Milano, distrusse vite innocenti, sconvolse il Paese, diede avvio a una scia di sangue e terrore che la nostra comunità riuscì a fermare solo dopo anni di impegno e sofferenze”.
“La memoria di quel feroce attentato – aggiunge – resta indelebile nella storia della Repubblica. Venne concepito ed eseguito allo scopo di colpire la democrazia nata dalla lotta di Liberazione, di interrompere il processo di crescita nella partecipazione e nei diritti, di volgere in senso autoritario le istituzioni volute dalla Carta costituzionale. Le lunghe vicende processuali hanno lasciato vuoti e verità non pienamente svelate.
Si tratta di ferite aperte, non soltanto per le famiglie delle vittime, ma per la Repubblica intera. Tuttavia, nonostante manipolazioni e depistaggi, emerge nettamente dal lavoro di indagine e dalle sentenze definitive la matrice eversiva neofascista e l’attacco deliberato alla vita democratica del Paese. Tutto questo è stato chiaro ben presto alla città di Milano e alla comunità nazionale”.