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Anpit, le donne hanno pagato il prezzo più alto della crisi

ROMA – “Le donne hanno pagato il prezzo più alto della crisi. La struttura nazionale sarà al fianco delle aziende per riportarle sul mercato e rilanciarle”.

A dirlo Lidia Dimasi presidente Anpit (Associazione Nazionale Per l’Industria e il Terziario) Sicilia e coordinatrice il Dipartimento per le imprese al femminile. “Gli effetti collaterali- prosegue Dimasi – della pandemia sono ricaduti sul piano occupazionale ed imprenditoriale in maggior misura sulla popolazione femminile. I dati di fine anno sono allarmanti. La maggior parte dei lavori persi sono femminili ed è altissima la percentuale di donne in cerca di nuova occupazione. Il crollo nelle iscrizioni di nuove imprese riguarda proprio quelle cosiddette rosa ed il 38% di attività guidate da donne ha chiuso battenti nel 2020. è su questi numeri che dobbiamo lavorare per invertire un trend drammatico”.

“La crisi economica e sanitaria – conclude Dimasi – è stata pagata soprattutto dalle donne, costrette a ridurre la presenza al lavoro o a chiudere le attività, a rientrare a casa per far fronte alle esigenze di famiglie alle prese con Dad, lockdown, fragilità. In Sicilia, dove si era registrato un certo dinamismo nella crescita delle imprese al femminile con un +4,9% del 2019, si rischia un brusco stop. Il Dipartimento di Anpit destinato alle imprenditrici è uno strumento al fianco delle aziende che guardano al Recovery Fund, all’Agenda 2023 del governo nazionale, alle risorse Next Generation EU, come ad un’opportunità per rilanciare le attività”.