PALERMO – Il digitale può davvero dare una spallata alle infiltrazioni delle mafie nell’economia? A Palermo ha preso il via la prima infrastruttura digitale di qualificazione reputazionale documentata e tracciabile con il case study della Immobiliare Strasburgo (Anbsc) presentato ieri nel corso del convegno al Teatro Massimo “Antimafia in Digitale, l’approccio innovativo del rating reputazionale”.
“Il rating reputazionale può diventare, con grande facilità, un passaporto reputazionale oggetto di un ologramma immodificabile, che non si può falsificare e che viene documentato attraverso procedure. Il rating diventa così uno strumento da tenere nella cassetta degli attrezzi di ogni amministratore giudiziario”. A dirlo è stato il presidente dell’Inag (Istituto nazionale amministratori giudiziari) Giovanni Mottura, a margine del convegno.
“L’ingresso dell’amministratore giudiziario nell’ambito della procedura di sequestro è un fatto immediato, che avviene in pochissime ore e deve immediatamente essere efficace – ha spiegato Mottura -. Per questo c’è bisogno di implementare gli strumenti che utilizziamo in senso semplice, concreto e anche controllabile. Il ratring reputazionale è stato ritenuto uno strumento che ha queste caratteristiche e che quindi può diventare con grande facilità un passaporto reputazionale”.
Il rating, ha aggiunto il presidente dell’Inag, “può essere rapidamente utilizzato sia per verificare coloro che erano già stakeholder dell’azienda, fornitori, clienti, dipendenti che c’erano all’atto dell’ingresso dell’amministrazione giudiziaria, ma anche per una prospettiva futura di continuità aziendale in cui si debba assumere, aprire nuovi rapporti. Il rating – ha concluso – consente di togliere l’aspetto soggettivo alla scelta dell’amministratore giudiziario e predisporre delle prospettive future”.
Sul punto è intervenuto Eduardo Marotti, presidente di Crop news onlus e di “Apart”, spiegando come la misurazione della reputazione di un individuo o di un’azienda fornisca “uno strumento per agire sulla prevenzione”. Un modo questo per dare “maggiore sicurezza a chiunque abbia intenzione di intavolare una relazione professionale o personale con chiunque altro”.
Il sistema, adottato dal periodico online Crop News e il cui algoritmo è stato elaborato da Mevaluate Holding, è articolato in cinque subrating (penale, fiscale, civile, lavoro e studi e formazione) che forniscono una “reputazione documentata” per ogni soggetto o impresa, “mettendo all’angolo – ha sottolineato Marotti – la web reputation e il ‘riciclaggio identitario’ a vantaggio della sicurezza delle relazioni, personali e lavorative”. “Diamo una mano forte e importante alla pubblica amministrazione, senza alcun costo aggiuntivo – ha evidenziato -. Conoscere il rating reputazionale delle controparti della pubblica amministrazione costa zero euro, sia alle forze di polizia che alle agenzie di sicurezza dello Stato. Si tratta di un patrimonio comune e collettivo fatto per aumentare il livello di sicurezza di tutti noi”.
Con il rating – ha detto infine Marotti – “si trasforma la reputazione da percezione soggettiva priva di valore a un nuovo asset: un dato oggettivo suscettibile di valutazione economica per il solo fatto che sono escluse tutte le chiacchiere, tutti i ‘si dice’, e si fonda semplicemente solo su documenti”.
All’incontro era presente anche il direttore dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla crimalità organizzata (Anbsc), Bruno Frattasi, che ha aperto subito all’uso del digitale, il quale “può permettere all’Agenzia di compiere effetivamente la sua missione”. Questo perché, ha detto Frattasi, “oggi abbiamo la necessità di superare il sistema analogico e andare verso un’epoca dove la digitalizzazione è sempre più presente nel nostro sistema di vita. Questo significa far funzionare bene i sistemi informativi, incrementare l’interoperabilità e lo scambio tra i sistemi informativi dei vari attori del sistema di gestione dei beni confiscati”. Nel dettaglio, ha proseguito il presidente Anbsc, “è importante per noi poter avere un colloquio con le banche dati della procura nazionale Antimafia, vorremmo avere uno scambio informatico più stretto con le varie sedi giudiziarie, per quel che riguarda sia le misure di prevenzione patrimoniali ma anche le misure che sono adottate in sede penale, e anche uno scambio con le Agenzie delle entrate”.
“La legalità conveniente”, ha aggiunto, “realizza un’avanzata forma di quello che gli inglesi chiamano compliance, cioè l’essere un’impresa al passo con le regole di condotta che un’impresa responsabile, seria, affidabile, onesta, deve garantire per stare sul mercato in maniera lecita, presidiando quegli angoli dell’impresa che possono essere a rischio corruttivo”.
“Creare un ambiente fiduciario”, ha concluso, “che vede nell’impegno sulla compliance delle imprese un asset fondamentale per la legalità significa far fare un passo avanti a tutto il sistema: tutto il Paese se ne avvantaggia, non si pagano più i costi della corruzione o se ne pagano molto meno. La corruzione, il malaffare, l’infiltrazione criminale, di origine mafiosa o non, determina un arretramento del tessuto socioeconomico e quindi una perdita di valore del Paese. Credo che la legalità conveniente valga qualche punto di Pil”.
Il “rating reputazionale digitalizzato, documentato e tracciabile” di tutte le controparti nei rapporti obbligatori è il nuovo strumento sperimentato da Anbsc, vigilata dal ministero dell’Interno, con l’azienda confiscata Immobiliare Strasburgo. Il case study coinvolge circa quattrocento tra fornitori, conduttori di immobili – sia ad uso commerciale che abitativo – e dipendenti rappresentati dalla Cgil che ha firmato l’accordo sindacale. “Uno strumento – hanno spiegato i liquidatori della società Donatella Di Nicola e Fabrizio Abbate, operativa sotto la direzione Anbsc – che costituisce un’innovazione in tema di prevenzione antimafia e anticorruzione, sicurezza, aumento della fiduciarietà delle transazioni, deflazione del contenzioso correlato a illeciti e inadempimenti contrattuali, con funzione di garanzia delle relazioni personali e lavorative”.
Come si misura la reputazione?
La reputazione è trasformata da percezione soggettiva in un dato oggettivo, suscettibile di valorizzazione economica, misurabile e immediatamente percepibile da chiunque. Un algoritmo elaborato da Mevaluate Holding classifica la reputazione attraverso un rating di valutazione sotto forma di A-A-A-100-100 (punteggio migliore). Ogni lettera e numero di questo rating riguarda un’area specifica: penale, fiscale, civile, lavoro e impegno civile, studi e formazione (solo per gli individui). Il rating deriva da fatti ponderati comprovati da documenti. L’intelligenza artificiale (Ai) svolge un ruolo importante in tre modi principali: verificare la veridicità e l’affidabilità del documento, definire una valutazione approfondita dei fatti illustrati nel testo, anticipare i cambiamenti nel comportamento di individui e organizzazioni e affinare i “pesi” attribuiti dall’algoritmo ai fatti.