ROMA – La Commissione parlamentare Antimafia negli ultimi quattro anni ha effettuato regolari controlli sulle liste elettorali e sulle relative consultazioni territoriali che si sono svolte dal 2018 al 2021, con un numero di verifiche pari a 1.529 liste elettorali, per un totale di 44.161 candidati a consiglieri, 537 candidati a governatore o sindaco.
Proprio ieri, il presidente della commissione, Nicola Morra, ha presentato la Relazione finale dell’attività svolta: “Sono stati acquisiti e riversati in archivio 2.744 documenti afferenti alle indagini svolte per un totale di ben 1.779.522 pagine”, ha detto durante la conferenza stampa.
Morra ha spiegato che “La volontà della Commissione è stata rendere trasparente ciò che in precedenza non era; se ancora oggi su tante verità relative a fatti lontanissimi nel tempo grava il segreto di Stato, per quanto possibile questa Commissione lo ha tolto”.
Riguardo ai fenomeni estorsivi, Morra ha detto che “recenti operazioni hanno disvelato che interi territori sono soggiogati dal controllo asfissiante di strutture criminali di potere. La potenza delle mafie è garantita dalla debolezza dello Stato. Le mafie – ha proseguito – stanno traendo vantaggio da questa anoressia creditizia e questo porta un ulteriore radicamento delle mafie nel tessuto economico producendo fenomeni di distorsione che attentano alla vita democratica del Paese”.
“In ogni caso – ha aggiunto poi Morra – abbiamo raccolto una enorme mole di documentazione che svela un intreccio di relazioni non chiare, poco trasparenti, forse tossiche ed orientate al crimine. Si disvela un mondo di relazioni che alla legge dello Stato e, quindi, al dettato costituzionale, antepongono l’amicizia, la relazione, il favore”.
Morra ha sottolineato che il lavoro della Commissione è stato purtroppo mortificato dallo scioglimento anticipato delle Camere, che non ha reso possibile completare tutte le attività programmate in via istruttoria ed ha auspicato che in futuro si possa ipotizzare una legge che consenta di sciogliere non solo gli enti territoriali, ma ad esempio anche le Regioni: “se si sciolgono più Asl, ad esempio, non si capisce perché non possa essere oggetto di scioglimento la Regione”.
Il Quotidiano di Sicilia ha voluto approfondire il tema relativo alla trasparenza intervistando proprio il presidente Morra.
Presidente presentando la relazione finale dell’attività svolta dalla Commissione che presiede lei ne ha sottolineato l’obiettivo: la trasparenza. Questo obiettivo è stato pienamente raggiunto o c’è ancora tanto da fare?
“Noi solleviamo il problema di una mancata applicazione degli obblighi di trasparenza da parte degli Enti pubblici. Obblighi di trasparenza previsti dal Dlgs 33/2013. Questa assenza alimenta la corruzione e il rischio di infiltrazioni mafiose all’interno dei pubblici uffici”.
Lei ha detto “La potenza delle mafie è garantita dalla debolezza dello Stato”: cosa deve fare lo Stato per uscire da questa condizione di “vulnerabilità”? Cosa deve fare lo Stato per essere “più Stato”?
“La debolezza dello Stato si declina purtroppo nella carenza dei controlli, nella presenza sul territorio che spesso non è all’altezza delle istanze che arrivano dal territorio stesso. è lì che purtroppo si insinua il malaffare. Ma se contestualmente non si gettano le basi per una nuova mentalità, una nuova cultura della legalità, allo Stato mancherà sempre una gamba importantissima: quella della coscienza civica”.