Sicilia

Approvato lo stato di emergenza per gli incendi in Sicilia, Cocina al QdS: “Questo è solo il primo passo”

“E’ l’esito di un percorso già concordato e pianificato. Il Dipartimento ha dato la propria apertura per rivedere la propria posizione a seguito della lettera della Regione Siciliana e del fatto che i Comuni finalmente a gennaio hanno emanato tutti i provvedimenti formali per dimostrare la gravità dei danni, come l’ordinanza di interdizione delle strade danneggiate. Tutti documenti che il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile chiedeva come indispensabili per proclamare lo stato di emergenza”.

Emerge soddisfazione nelle parole del dirigente generale della Protezione Civile regionale, Salvo Cocina, intervenuto al Qds.it, dopo l’approvazione da parte del governo nazionale dello stato di emergenza nei territori delle province di Catania, Messina, Palermo e Trapani per i gravi incendi dello scorso luglio 2023.

La documentazione dei Comuni ha sbloccato l’iter

Si tratta nello specifico dello stanziamento di 6 milioni e 100mila euro per finanziare i primi interventi di urgenza che saranno effettuati nella vigenza dello stato di emergenza. Un qualcosa che ha lasciato soddisfatto anche il ministro della Protezione Civile ed ex presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, che ha detto come dopo sei mesi di confronto il massimo ente isolano abbia accolto l’invito a procedere alla trasmissione dei documenti.

I Comuni hanno fatto in modo di fare avere la documentazione in tempo per arrivare a questo risultato. Nello specifico “il Comune di Palermo – prosegue Cocina – ha fatto la documentazione probatoria in quei giorni di metà gennaio, come quello di Acireale, che ha avuto i maggiori evacuati. Il Dipartimento Nazionale ha fatto l’istruttoria e i sopralluoghi e si è arrivati a questo esito positivo per noi. La dichiarazione dello stato di emergenza ha portato a mettere una prima pietra”.

I prossimi passi e la campagna di prevenzione per la prossima estate

Questi primi finanziamenti però rappresentano solo un inizio e non portano alla riparazione totale dei danni. Adesso la Protezione Civile mira prima di tutto a una regolamentazione dell’attività, mentre per la prossima estate andrà avanti l’attività di prevenzione degli incendi.

“Il finanziamento di 6,1 milioni di euro – conclude Cocina – serve a coprire i primi interventi necessari di somma urgenza per il ripristino delle infrastrutture essenziali, che sono le reti idriche bruciate, quelle fognarie, l’illuminazione pubblica, alcune strade interessate dalla caduta massi provocata dagli incendi e i contributi per le spese alberghiere di tutti gli evacuati che si concentravano nel Palermitano e nell’Acese. Ora sono previste un’attività di Protezione Civile che norma tutta l’attività da fare e la seconda fase, ovvero quella del ristoro dei danni più sostanziosi subiti dalla popolazione che ha avuto la casa bruciata. Per quest’ultima cosa ci sarà un secondo stanziamento, ma non sarà immediato come questo, perché la legge prevede purtroppo questi passi”.

“La prevenzione nella prossima estate sarà fatta sempre col coordinamento delle forze preposte, quindi i Vigili del Fuoco e la Forestale. Già sono stati fatti tavoli tecnici e accordi di programma per questa attività. A supporto delle forze ci saranno sempre i volontari della Protezione Civile, che abbiamo addestrato con l’Antincendio Boschivo per arrivare ad avere altre 350 unità. Stiamo facendo la sala unificata con la Forestale. Si punterà di nuovo sulle ordinanze sindacali, ma purtroppo manca il controllo sui privati, a causa anche della carenza di vigili urbani”.

Re (Conapo): “I fondi non sono mai troppi”

Il segretario regionale del Conapo, sindacato autonomo dei Vigili del Fuoco, Santo Re, spiega come quanto approvato dal governo sia un grande traguardo, ma anche come per la prevenzione si debba insistere sulla sensibilizzazione per i cittadini.

“Lo stanziamento fatto – afferma Re – come step iniziale sia comunque un ottimo risultato per quelle che potrebbero essere anche le prospettive future. Sicuramente da questo punto di vista quando si parla di piani di emergenza sappiamo benissimo che i fondi non sono mai troppi. Per questa fase comunque possiamo ritenerci soddisfatti. Il piano di emergenza è decennale e tutte le regioni hanno 24 mesi di tempo per adeguarsi alle direttive nazionali. Il contributo sarà messo in campo anche a livello locale, quindi per ogni singola regione bisogna valutare quelle aree nelle quali intervenire in maniera più veloce”.

“La prevenzione per la prossima estate deve essere fatta a livello locale. Sicuramente il numero di interventi sale e il singolo cittadino deve prevenire l’eventuale sviluppo degli incendi con le sue azioni quotidiane. Ma anche i Comuni devono vigilare sulla pulizia dei terreni per evitare che gli incendi si propaghino anche alle porte delle abitazioni. Devono essere messe in campo nuove forze di personale per lo spegnimento, ulteriori mezzi e ulteriori convenzioni, che servono ad aumentare le squadre di incendio boschivo dislocate sul territorio. Se lo stanziamento economico è minore si mette in atto un quantitativo minore di quello che servirebbe per smaltire gli interventi di soccorso. Nel 2024 andremo ad agire sugli stanziamenti fatti l’anno precedente, quindi di quello fatto adesso ne usufruiremo in termini di migliorie che verranno fatte il prossimo anno”.