ROMA – Durante il 2019 sono pervenuti, all’Arbitro per le controversie finanziarie (Acf), 1.678 ricorsi; 5.341 dall’inizio dell’operatività (9 gennaio 2017). La media mensile è stata pari a 139 ricorsi, con picchi nei mesi di gennaio (197), aprile (173) e maggio (170) ed una fisiologica diminuzione nei mesi di agosto e dicembre.
Sono i dati che emergono dall’ultimo rapporto riguardante l’organismo nato in seno alla Consob.
Nella ripartizione geografica dei ricorsi ricevuti, la Sicilia si trova ottava con 100 istanze presentate, con una percentuale del 6% in una graduatoria che vede in testa la Puglia, dove sono state presentate 394 istanze (23,4%), seguita dalla Lombardia con 170 (10,1%) e dalla Toscana con 157 istanze presentate (9,4%).
Fanalino di coda è il Molise, dove sono state presentate solo sette istanze (0,4%).
Tra le province con il maggior numero di ricorsi, al decimo posto spicca Palermo con 34 istanze e una percentuale del 34% sul totale dei ricorsi ricevuti nella regione di appartenenza. Più giù rispetto al Capoluogo dell’Isola troviamo Agrigento dove sono stati registrati 16 ricorsi presentati (16%), Ragusa, con 12 istanze e una percentuale del 12%, Messina, con 11 istanze (11%), Catania, provincia nella quale sono state presentate 10 istanze (10%), Siracusa, con sei ricorsi (6%), Caltanissetta, con cinque istanze (5%), Enna e Trapani, dove sono stati presentati tre ricorsi (3%).
A farla da padrona, in questa classifica realizzata dall’Acf, è Bari dove sono stati presentati 236 ricorsi (59,9%), seguita da Roma con 127 istanze (86,4%) e Milano con 72 ricorsi (42,4%); ultima è Sondrio con una sola istanza e una percentuale dello 0,6%.
Nella ripartizione per macroaree, secondo il rapporto, la maggior parte delle istanze presentate si è registrata al Sud e nelle Isole (43,4%), seguite dal Centro (30,7%) e dal Nord (25,4%). Nel corso del primo triennio di attività dell’Acf è rimasta immutata la percentuale dei ricorsi provenienti dall’estero, pari allo 0,5% del totale.
Riguardo alla tipologia dei ricorrenti, secondo quanto emerge dall’indagine, i ricorsi pervenuti nel 2019 sono stati quasi totalmente trasmessi da persone fisiche (il 96,4% a fronte del 3,6% di persone giuridiche).
Tali percentuali sono in linea con gli omologhi dati su base triennale, dai quali risulta che il 96,5% delle istanze è stato trasmesso da persone fisiche a fronte del 3,5% di ricorsi trasmessi da persone giuridiche.
Su un totale di 1.618 ricorsi trasmessi da persone fisiche, 1.089 sono stati presentati da uomini, 529 da donne. In 385 ricorsi sono presenti anche cointestatari, per un totale di 410 soggetti, rappresentati nel 73,9% dei casi da donne. Si tratta di dati che confermano il trend già emerso dalle due annualità precedenti.
Considerando il triennio, su un totale di 5.155 ricorsi, 3.469 sono stati presentati da uomini (67,3%), i restanti 1.686 da donne (32,7%); 1.118 ricorsi sono presenti anche cointestatari, per un numero complessivo di 1.165 soggetti, rappresentati nel 74,2% dei casi da donne. Tali dati portano a constatare che la gestione della ricchezza ha tuttora una matrice prevalentemente maschile.
Quanto alle fasce di età, la massima concentrazione dei ricorrenti è presente nelle tre fasce anagrafiche comprese tra i 45 e i 74 anni (45-54, 55-64, 65-74) che rappresentano nel complesso il 67,8% del totale dei ricorrenti. In particolare, il maggior numero di ricorrenti si colloca nelle fasce di età 55-64 anni (23,9%) e 65-74 anni (24%).