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Architetture barocche, mostra al museo diocesano

PALERMO – Si inaugura oggi alle ore 18, al Museo Diocesano di Palermo la Mostra “Architetture barocche in argento e corallo” alla presenza di Monsignor Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, del presidente della Regione, Nello Musumeci e dell’Assessore dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà. La Mostra – allestita dalla Soprintendenza dei Beni Culturali di Catania – porta la firma di Rosalba Panvini, che ne è l’ideatrice e di Salvatore Rizzo che ha anche curato una guida di accompagnamento al percorso museale.
Si tratta di un’importante esposizione di paliotti in argento, corallo e filato d’oro realizzati negli ateliers del Seicento e del Settecento sia da maestranze trapanesi e messinesi che da ricamatori siciliani.

“Auguro a quanti si soffermeranno ad ammirare la bellezza estetica di questi autentici capolavori – dice Mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo – di attivare anche gli occhi del cuore perché contemplino l’Invisibile attraverso il visibile creato dalle impareggiabili mani dell’uomo”.

I paliotti presenti nella mostra, usciti dalle menti creative e plasmatrici di abili ‘artigiani’, con i loro preziosi materiali, con i soggetti che raffigurano, sono già essi stessi lode e offerta a Dio. I materiali di cui sono costituiti, tra i più nobili elementi naturali – lino, seta, argento, oro, coralli, pietre preziose, legno, marmo – celebrano la bellezza del creato.

“Il Governo Musumeci ha voluto questa mostra – dichiara Samonà – che rappresenta un’occasione preziosa per far conoscere e valorizzare un patrimonio di inestimabile valore della cultura e della tradizione siciliana. L’arte sacra, infatti, costituisce quell’importante connubio di significato simbolico, tradizione artigianale ed espressione artistica di cui la Sicilia custodisce preziose testimonianze. L’esposizione, che trova nel museo Diocesano la sua seconda tappa dopo il Castello Ursino di Catania è un’opportunità, quindi, per orientare in Sicilia un pubblico qualificato e far conoscere al contempo ai siciliani la capacità artistica delle maestranze che hanno animato l’Isola”.