Pezzi di Pizzo

Arcipelago Sicilia

Se chiedi a qualunque siciliano quale è l’isola della Sicilia che preferisce ricevi indicazioni differenti e distoniche. Prevalentemente ti indica l’isola in cui, per chi se lo può permettere, ha preso casa. Praticamente la sua top di lista deriva da dove il suo denaro è stato speso, a torto o a ragione. È la nostra solita logica della roba. Oggettivamente è difficile scegliere tra Lipari o Favignana, tra la vulcanica Linosa o la calcarea Lampedusa, tra la spartana Alicudi e la glamour Panarea, tra la rutilante Stromboli e la placida Levanzo. Ognuna di esse è una pietra preziosa, incastonata nel diadema dell’arcipelago siciliano, isola grande compresa. Sono tessere di un mosaico, ognuna necessaria ma non sufficiente per raffigurare l’assurda bellezza di questa terra, estremo Sud dell’Europa.
Al povero turista che ti chiede quale è l’isola più bella da vedere si può solo rispondere: purtroppo tutte, e non sappiamo se te lo puoi permettere. Nemmeno i siciliani sono stati in tutte, compreso Lampione o Isola delle Correnti. Lo potevano fare i turisti dell’ottocento, i Goethe o i Maupassant, che trascorrevano mesi in giro per la Sicilia. Erano epoche in cui il tempo aveva un valore differente.
Io sono stato in tutte le isole dell’arcipelago, pure all’isolotto di Marzamemi dove viveva il grande Vitaliano Brancati insieme ad Anna Proclemer. E mi sento per questo un privilegiato. Io non possiedo nulla, non ho nessuna casa in nessuna isola, per cui la risposta alla domanda iniziale per me è più facile. Vi rispondo all’Aiazzone, isole comprese. L’arcipelago è bello tutto.
Così è se vi pare