Siracusa

AretusaPark, incertezze sulla riapertura. Intervista al direttore

Chiuso da settembre 2019 non c’è ancora una data ufficiale per la riapertura dell’AretusaPark. L’ultima novità proposta al pubblico è un ironico cartellone pubblicitario, apparso all’ingresso della struttura e anche nei social, in cui si legge “Andrà tutto bene!”.

<<Lo scorso anno siamo stati costretti a chiudere sia per la tempistica che per una questione psicologica che ha condizionato le persone dopo i mesi trascorsi in casa per il lockdown. Nonostante tutto, nutrivamo la speranza di poter riaprire. Ma così non è stato>>. A parlare è la responsabile del parco divertimenti di Siracusa, Bianca Manuela Gennaro. <<Quest’anno potrebbe essere possibile aprire dalla prima settimana di giugno, ma il tempo è a nostro sfavore. Una struttura come quella dell’Aretusa Park, come tante altre realtà in Sicilia, ha bisogno di tanti mesi prima di essere messa nelle condizioni di aprire>> – spiega.  

Rispetto al 2020 non è cambiato molto per il settore dello spettacolo viaggiante, questa è l’area a cui appartiene l’AretusaPark. <<Le nostre limitazioni sono come quelle imposte ai teatri – dice la responsabile. Esistono una serie di prescrizioni che i parchi divertimento devono adottare, quello che si sta cercando di fare è capire se queste prescrizioni possono essere alleggerite. Lo scorso anno abbiamo visto cosa è accaduto per i lidi nelle spiagge italiane– sottolinea Gennaro e aggiunge. Noi abbiamo perso una stagione ma abbiamo visto che la situazione fuori non era così limitata>>.

La decisione sulla riapertura ricadrà sulle nuove direttive del nuovo Governo, e in particolare sulla decisione riguardo le restrizioni come i limiti di capienza.<<Non comprendo bene perché, ad esempio, nei lidi le distanze tra le varie postazioni sono state di 4 metri, mentre nei parchi si è parlato di 10 metri, sia in acqua sia all’asciutto.

<< Le linee guida esistono e sono diverse anche perché all’interno del Parco abbracciamo altrettanti settori come la ristorazione, l’animazione e lo spettacolo, le piscine – prosegue -. La cosa che più ci vincola è la capienza, il limite di persone al 50% è eccessivo. Considerare un nucleo familiare ogni 10 metri, dentro e fuori dall’acqua, è costringerci ad una eccessiva restrizione. Abbiamo una licenza per 3 mila persone, quindi dovremmo arrivare alla metà con 1500. Un numero esiguo di utenti che nelle domeniche o in altre giornate come ferragosto sarebbe troppo basso. Costringerci a chiudere in perdita, allora il senso dell’apertura qual è?>>.

In questo periodo di chiusura sono stati applicate dall’ultimo governo Conte diverse misure per imprese e lavoratori, ma i parchi divertimento sono stati esclusi da questi ristori. << A livello nazionale non è stato fatto nulla – ribadisce Gennaro-. Non c’è stato un rinvio di imposte, se non quello per la cassa integrazione. Non c’è stato un ristoro previsto. L’unica cosa che è stata fatta, è per merito della Regione Sicilia che ha “allargato” i fondi dei teatri anche per i parchi divertimento acquatici e tematici>>.

Lo slogan della pubblicità è “andrà tutto bene” ma il motto dell’Aretusa Park potrebbe essere “A qualunque costo” citando Mario Draghi. <<La nostra speranza è quella di aprire, a qualsiasi condizione imposta dalle restrizioni. Magari riducendo i costi e i tempi di apertura, comunque riaprire e ripartire. Anche solo per i mesi di luglio e agosto. Non possiamo permetterci anche quest’anno di rimanere chiusi>>.

Marco Panasia