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Aria maleodorante a Gela, Arpa: “Ancora presente materiale organico in putrefazione”

Gela,10 agosto: un vasto incendio ha distrutto un’azienda di prodotti ittici. I danni sono stati incalcolabili fra strutture e prodotti andati a male. Dopo qualche giorno, ogni sera l’aria viene infestata da un odore fortissimo. Aveva tutta l’aria di ricordare il pesce putrefatto, ma qualcuno l’ha confuso con le esalazioni industriali di quel che resta dell’impianto Eni.

Comincia il tam-tam dei cittadini via social: indiziato numero uno il Comune di Gela che non fa nulla di fronte ai disagi della popolazione. La notizia arriva all’amministrazione comunale tramite pec specifica che denuncia i fatti. Immediato il coinvolgimento dell’Arpa Sicilia. E comincia a muoversi qualcosa.

La puzza e le segnalazioni

“L’odore è tanto forte da disturbare il sonno dei cittadini di quei quartieri più esposti – racconta Paolo Scicolone del gruppo Gran Sicilia, sezione Corrao – da costringere la gente a chiudere le imposte e, in alcuni casi, a ricorrere alle cure del pronto soccorso. Per non parlare del caldo che fa ascendere le temperature senza aria esterna: non tutti dispongono di aria condizionata…!”.

“Alcuni cittadini si sono mossi autonomamente per individuare la causa, identificandola, con molta probabilità, nei resti di un capannone della zona industriale utilizzato come magazzino di stoccaggio di pesce surgelato, colpito nei giorni precedenti da un rogo che lo ha devastato. Il pesce contenuto nelle celle frigorifere, abbandonato lì senza alcun trattamento, in poco tempo ha cominciato a far sentire la propria presenza, in seguito ai normali processi di scongelamento e putrefazione” conclude Scicolone.

I giorni passavano e l’odore molesto, ogni sera, più o meno alla stessa ora, torna ad agitare le notti dei gelesi, sempre più preoccupati. Il fatto che si manifesti nelle ore notturne, seppur come motivazione ancora da accertare, sembra dovuto ai cambi di direzione dei venti fra le ore diurne e quelle notturne tipiche di questa zona. Qualcuno sospetta invece delle azioni notturne in quei magazzini ancora pieni di pesce in putrefazione. Il tutto è avvenuto in pieno Ferragosto, quando la città pullula di presenze turistiche, di famiglie emigrate che tornano a casa e portano amici provenienti dall’Alta Italia: questa situazione non ha reso il giusto onore alla spiaggia dorata di Gela mèta di migliaia di persone in cerca di refrigerio.

Le indagini sono partite ed è stata individuata la causa dell’odore nauseabondo: l’azienda danneggiata dall’incendio. Durante le ore notturne si svolgono le manovre per smantellare quel che resta dell’attività commerciale. La proprietà ha provveduto a smontare tutte le parti ferrose che costituivano la struttura. Restano le enormi quantità di pesce contenute nelle celle frigorifero ormai fuori uso. Ieri è avvenuto il sopralluogo del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Caltanissetta–Gela e coordinato dal tenente Michele Cannizzaro che ha sede a Gela da 11 mesi presso la sede storica dei carabinieri di Piazza Roma e della dirigenza dell’Arpa Sicilia.

L’intervista

Ne abbiamo parlato con il Responsabile dell’unità operativa semplice “Acque superficiali interne e biodiversità”, nonché responsabile per la sede di Caltanissetta, di Arpa Sicilia, Enrico Alberto Croce, in un’intervista esclusiva per il Quotidiano di Sicilia.it: “Ci siamo trovati di fronte un capannone completamente distrutto. Erano presenti le macchine operatrici che stavano asportando il materiale ferroso quantificabile in diverse decine di tonnellate e altri materiali coibentati – spiega -. Dopodiché la nostra attenzione è stata orientata verso le emissioni odorigene che molto probabilmente arrivano da una particolare porzione dell’impianto destinata a celle frigorifere, dove è ancora presente il materiale organico in putrefazione. La ditta è stata invitata, qualora le condizioni di sicurezza lo consentano, ad asportare tutto il materiale organico e porlo in attesa di caratterizzazioni in contenitori chiusi e scarrabili in modo da risolvere il problema delle emissioni odorigene nel centro abitato di Gela”.

Inoltre, Croce ha spiegato come ha agito Arpa Sicilia subito dopo le segnalazioni dei cittadini, che sono arrivate anche tramite una app specifica: “Noi siamo intervenuti subito, non appena la popolazione ha segnalato il problema, sia con la mia unità operativa che con le centraline e con il servizio che rileva le segnalazioni. Abbiamo cercato di dare delle risposte immediate alla popolazione, soprattutto perché gli odori si sentivano maggiormente nelle ore notturne – conclude Enrico Alberto Croce -. Opereremo sia come attività produttive nel campo istituzionale sia coordinandoci con il nucleo operativo dei carabinieri di Gela per seguire le attività di messa in sicurezza del sito che sono complesse per la grandezza del capannone per il danno notevole subito dal capannone che c’è ben poco da potere recuperare”.

Foto d’archivio