Cronaca

Corruzione e truffa: indagati prete di Piazza Armerina e due consiglieri di Gela

C’è anche un sacerdote della Diocesi di Piazza Armerina (Enna), e due consiglieri del Comune di Gela (Caltanissetta) tra i destinatari delle misure cautelari eseguite dai carabinieri del reparto territoriale di Gela su disposizione della locale Procura.

Quattro gli indagati

Una persona è finita ai domiciliari, per altri tre è stato disposto il divieto di esercitare per un anno uffici direttivi in imprese o società e l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria. Nel dettaglio: la Procura della Repubblica ha delegato il Reparto Territoriale Carabinieri di Gela all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP presso il Tribunale di Gela nei confronti di 4 soggetti (1 agli arresti domiciliari e 3 destinatari del divieto di esercitare per un anno uffici direttivi in imprese o società e dell’obbligo di presentazione alla P.G.).

Le accuse

Sono accusati a vario titolo di corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, circonvenzione d’incapace, truffa, appropriazione indebita e riciclaggio.

Le indagini

Il provvedimento scaturisce da un’indagine avviata a gennaio del 2020 dal Nucleo Operativo e Radiomobile Carabinieri del citato Reparto Territoriale a seguito delle denunce sporte da familiari di anziani ricoverati presso un istituto pubblico di assistenza e beneficienza di Gela, operante sotto il controllo della Regione Siciliana, che avevano segnalato il grave peggioramento delle condizioni di vita dei propri cari, concomitante con un notevole aumento delle quote di compartecipazione alle rette.

Il ruolo del sacerdote e il sequestro

Dalle investigazioni, allo stato, sono emersi episodi corruttivi in relazione alla illegittima cessione, agevolata da uno dei due consiglieri comunali, del citato istituto ad una società privata di Gela, operante nel settore dell’assistenza sanitaria per disabili, gestita da un imprenditore del luogo e dall’altro consigliere. In particolare, il sacerdote – legale rappresentante dell’istituto pubblico – senza osservare le procedure previste dalla normativa in materia di appalti pubblici, avrebbe svenduto la struttura, cedendola in locazione alla detta società privata, a un canone inferiore a quello di mercato, ottenendo in cambio favori di varia natura, nonché somme di denaro versate ad un suo congiunto. Con il medesimo provvedimento è stato altresì disposto il sequestro preventivo di una unità immobiliare, del valore di circa 75 mila euro e di diversi conti correnti riferibili al sacerdote.