Politica

L’Ars avvitata sui disegni di legge, da luglio solo tre approvazioni in Sala d’Ercole

Battute d’arresto, o di rallentamento, per lAssemblea regionale siciliana che nel secondo semestre ha inanellato una serie di avvitamenti su disegni di legge che vanno e vengono dalle commissioni all’aula e viceversa. Chiuso il primo semestre con la seduta lavori d’aula del 26 giugno, approvando il Ddl 739/ stralcio II/A, cioè le norme in materia di Ast, l’Azienda siciliana trasporti, il secondo semestre ha iniziato subito a mostrare difficoltà per il governo Schifani che si sono inevitabilmente ripercosse sul Parlamento presieduto da Gaetano Galvagno. Su un totale di ventuno sedute in Sala d’Ercole, l’Assemblea ha prodotto soltanto tre misure varate. Una di queste è il Defr 2025-2027. Se ci si limita ai disegni di legge, escludendo il predetto documento di economia e finanza regionale triennale e la manovra finanziaria Ddl 771/A con misure finanziarie urgenti – la manovra finanziaria ter del governo – rimane soltanto un risultato dall’inizio del secondo semestre ad oggi: il disegno di legge in materia di dipendenze patologiche, conosciuto come Ddl anti-crack, approvato all’unanimità dall’aula.

Un solo disegno di legge varato con applausi all’Ars

Il Ddl “Norme in materia di sistema integrato e diffuso di prevenzione, cura, riduzione del danno e inclusione sociale in materia di dipendenze” era stato tecnicamente approvato il 24 settembre con la votazione dell’articolato che aveva visto uno per uno gli articoli unanimemente votati in modo favorevole dai parlamentari siciliani. Ma il 24 settembre non era stata sottoposta all’aula la votazione finale per una sorta di “garbo istituzionale” – dirà in aula esponente della maggioranza – nei confronti del presidente della Regione che per l’attuazione del Ddl da rendere legge regionale aveva stanziato 11,2 milioni. Il garbo istituzionale forse era dovuto anche ad altra concessione cui il presidente teneva a presenziare: la concessione della maggioranza di votare favorevolmente un Ddl di iniziativa parlamentare presentato da deputati dell’opposizione. Dubbi sul “garbo” a parte, resta che la legge anti-crack ha visto la votazione finale un 25 settembre che non risulta tra le sedute d’aula dell’Ars (almeno per il sito istituzionale dell’Assemblea).

Le misure varate da luglio, pareggio sul 3-3 in attesa del Ddl urbanistica

Tre misure varate dal Parlamento siciliano in questi quattro mesi che volgono ormai al termine, su ventuno sedute. Ventidue, se si conta anche la votazione finale alla presenza di Renato Schifani il 25 settembre. La ventitreesima seduta è il ritorno in aula del Ddl in materia di urbanistica, che ieri sera è rientrato a Sala d’Ercole dopo una “revisione” con integrazione del “salva casa” nazionale recepito dalla Regione Siciliana. Seduta che ha visto una sospensione nel tardo pomeriggio per previsti pochi minuti e divenuta un ulteriore rinvio. Il risultato parziale è vede quindi un pareggio, in attesa della votazione finale sul Ddl in materia di urbanistica. Un 3-3 in casa.

Sono infatti tre le misure che hanno fatto avvitare il Parlamento e le sue Commissioni parlamentari su se stessi. Una è il disegno di legge sulla reintroduzione delle elezioni dirette dei presidenti e dei consigli della aree vaste, che amichevolmente viene definito “reintroduzione delle province”. Il testo, già stralcio di altri disegno di legge è stato respinto dall’aula per un ritorno in commissione. Un’altra misura che ha avuto stesso destino è il disegno di legge sugli Enti locali, definito “riforma” ma anch’esso inaccettabile per Sala d’Ercole. Su questo Ddl le contrarietà non riguardavano chiaramente solo i gruppi di opposizione, tant’è che il ritorno in commissione è stato piuttosto spedito.

I disegni di legge che l’aula boccia

Il terzo disegno di legge che ha rischiato di fare lo stesso giro, e che ci si è molto avvicinato, è il Ddl contenente norme in materia di urbanistica discusso ieri dopo il rinvio per integrazione. In questo terzo caso, anche questo con stralcio da altro disegno di legge, il rinvio della discussione generale sull’articolato è stato concordato in conferenza di capigruppo, ufficialmente per una integrazione del testo con il recepimento della legge “salva casa” varata da Roma, detta anche “decreto Salvini”, ma in pratica per un accordo tra i gruppi sugli emendamenti che sono poi stati ritirati. Il testo era stato stralciato da una “salva casa” regionale, controversa e ad evidente rischio di incostituzionalità, per un passaggio semplificato dall’aula in attesa della conversione in legge del disegno nazionale. Poi, tornato ieri in aula, il blocco su un articolo inaccettabile per le opposizioni e difficile da votare – con richiesta di voto palese dalla minoranza – anche per la maggioranza.

Anche al netto della componente sanatoria, il Ddl urbanistica ha trovato in Sala d’Ercole dura opposizione ad alcuni articoli del testo, e dopo un accordo di massima tra i capigruppo un nodo è rimasto e su un aspetto evidentemente critico. A distanza di circa quarantacinque giorni dalla sospensione lavori per le festività natalizie, l’Ars ha quindi prodotto tre misure da inizio secondo semestre ad oggi, delle quali due di natura finanziaria di iniziativa governativa ed una parlamentare su tema sociale emergenziale, e tre disegni di legge che non riescono a produrre risultati per la natura dei testi proposti ma anche – o soprattutto – per una compattezza che sembra venir meno tra le fila della maggioranza quando si parla di elezioni e norme sparse dal sapore squisitamente elettorale.