Inchiesta

Assemblea regionale siciliana, il Parlamento non sente la crisi. E i costi della politica non si toccano

L’Assemblea regionale siciliana ha approvato il bilancio di previsione per il triennio 2020-22.
Un bilancio senza grosse sorprese sul fronte dei costi della politica che, rispetto al 2019, rimangono sostanzialmente invariati.
Sala D’Ercole non sembra patire gli effetti della crisi economica che si è abbattuta sulla Sicilia, e non solo, causata dall’emergenza sanitaria da Covid-19.
Il costo dei deputati per l’anno 2020 è di 10,4 milioni di euro e incide per il 4,66% sulla spesa totale. Ma sono gli ex a costare molto di più: i vitalizi continuano a gravare sul bilancio per 16,3 milioni di euro.
Costi invariati anche sul fronte dei trasferimenti per il funzionamento dei gruppi parlamentari: quest’ultimi si spartiranno ben 6 milioni di euro.

Ecco nel dettaglio quali sono alcune delle spese dell’Ars.

Trattamento economico dei deputati

Il trattamento economico dei 70 parlamentari di Sala D’Ercole è rimasto invariato, così come previsto dalla modifica apportata nel 2014 che fissa il tetto complessivo di 11.000 euro tra indennità e diaria di ciascuno di essi. Per il 2020 quindi l’Ars spenderà 9.240.000 euro ma è stata stanziata la cifra di 10.450.000,00 euro, perché alla quota base bisogna aggiungere tutte le indennità previste per quei deputati che ricoprono cariche aggiuntive all’interno dell’amministrazione di Palazzo dei Normanni. Di questi se ne contano poco più di 30, tra presidenti di gruppi parlamentari, tra presidenti, vice presidenti e segretari delle commissioni legislative oltre ai componenti del consiglio di presidenza. Ma non finisce qui: ai deputati viene data un’ulteriore cifra pari a 3.180 euro ciascuno ogni mese per le spese sostenute per contratti di lavoro esistenti stipulati alla data di entrata in vigore della legge regionale n. 1/2014, peri cosiddetti portaborse. L’erogazione del rimborso ha luogo alla presentazione dei documenti idonei comprovanti la spesa sostenuta.

Vitalizi ex parlamentari

Si tratta di una voce molto controversa e soprattutto “importante”, perché incide notevolmente sulle spese di Palazzo. Pernondimeno la spesa per i vitalizi diminuisce quest’anno, anche grazie alla approvazione della l.r. n. 19/2019 che ha abbassato la cifra (da 18.500.000,000 a 16.350.000.00 su base annua). L’effetto immediato di tale norma ha portato ad una riduzione del capitolo dedicato agli assegni vitalizi pari a 2.150.000,00 euro (-11,62%).
Nella relazione di accompagnamento al bilancio di previsione viene specificato che “come peraltro avvenuto presso la Camera dei Deputati ed il Senato della Repubblica, tale risparmio non si è potuto tradurre in una corrispondente immediata diminuzione della dotazione, a causa del prevedibile instaurarsi di un contenzioso in materia, che ha prudentemente suggerito la iscrizione in bilancio di un apposito Fondo per un importo pari a euro 1.920.000,00, oltre ad un aumento del “Fondo ex deputati” per potere adempiere eventuali richieste di restituzione versamenti contributivi, come previsto dalle norme in materia. Peraltro nella relazione viene specificato che “la spesa per vitalizi del 2019 era già in riduzione di un milione di euro rispetto all’anno 2018 in virtù dell’adozione nell’anno 2012 del sistema contributivo pro rata, che ha consentito una progressiva riduzione tendenziale della relativa spesa.

Spese per i gruppi parlamentari

I deputati di Palazzo dei Normanni possono contare anche sul contributo per il funzionamento dei gruppi, in totale 623.200,00 euro l’anno. Si tratta materialmente dei costi vivi per ciascuno degli attuali 11 gruppi parlamentari, come la cancelleria e quant’altro. Inoltre l’amministrazione dell’Ars provvede allo stanziamento annuale per pagare il personale che lavora all’interno dei gruppi e che non fa parte del personale dell’Ars, assunto quest’ultimo attraverso concorso. La cifra stanziata è pari a 5.350.000 euro.

Dalla Regione 137 milioni ma complessivamente Palazzo dei Normanni costerà 224 milioni
La dotazione stabilita nel bilancio della Regione siciliana (137 milioni di euro) per le spese dell’Ars è diminuita nel corso degli anni, tant’è che dal 2012, quando il Palazzo Reale costava circa 162 milioni di euro all’anno, si è scesi di 25 milioni.

Quest’anno la spesa obbligatoria, ossia quella che serve solo per pagare gli stipendi, è pari a 121,6 milioni di euro (più del 54% della spesa totale). Ma se si guarda la spesa complessiva di Palazzo dei Normanni si arriva alla rispettabile cifra di 224.293.006,28 euro, anche se nella relazione viene specificato che il 6,93% della dotazione che proviene dalla Regione (9.500.000,00) ritorna nelle casse regionali perché si tratta del pagamento dell’Irap e di altri oneri fiscali.

A far lievitare il costo dell’Ars è anche la manutenzione del Palazzo Reale, antico e di prestigio ma che, come ha ben spiegato il presidente del collegio dei deputati questori, Giorgio Assenza, durante la sua relazione in Aula, ammonta a ben 20 milioni di euro all’anno. In definitiva, tra spese obbligatorie, tasse, manutenzione del Palazzo, pensioni dirette del personale in quiescenza, fondo pluriennale vincolato, spese in conto capitale e fondi indisponibili istituiti per legge, per l’esercizio 2020 si prevede uno stanziamento complessivo lordo pari a 224,3 milioni di euro, maggiore della cifra stanziata l’anno scorso (213.673.392,76) stanziati nel 2019.

218 dipendenti costano 25,6 milioni ma l’Ars continua ad assumere

Per la pianta organica del personale dell’Assemblea regionale siciliana sono stati postati in bilancio 25,680 milioni di euro. Attualmente sono in servizio 218 unità di cui: 93 assistenti (quelli che una volta venivano chiamati commessi e da non confondere con gli assistenti parlamentari che fanno parte di una schiera di personale esterno), 50 coadiutori, 25 segretari, 9 stenografi, 40 consiglieri e un segretario generale.
Rispetto all’anno precedente si è registrato un aumento (nel 2019 erano stati stanziati 23.485.000,00 euro). Il numero potrebbe comunque, nel corso di quest’anno aumentare, in base al concorso indetto e pubblicato in Gurs n.17 del 16 novembre 2018 per l’assunzione di consiglieri parlamentari. L’Ars riveste la funzione anche di ente pensionistico per i suoi dipendenti, che quest’anno costeranno 50.800.000,00, mantenendosi sui valori del 2019. Questa spesa rappresenta il 37,1% della dotazione ordinaria stanziata dalla Regione siciliana per il bilancio interno (i 137 milioni di euro). Un apparato importante in termini di numeri quello dei dipendenti dell’Ars che pesa sul bilancio più dei deputati. La cifra stanziata per parlamentari ed ex infatti si attesta a 26,8 milioni di euro, mentre, tra dipendenti in servizio e quelli in pensione l’Ars spenderà quest’anno la cifra di 74.285.000,00 euro. Sull’entità degli stipendi dei dipendenti dell’Assemblea regionale siciliana si è scritto spesso ipotizzando cifre elevate. Abbiamo provato a dividere la cifra stanziata per quest’anno per le 218 unità e facendo una media risulterebbero 9.800 euro circa a testa al mese. Ma è ovvio che non possa essere applicabile perché i consiglieri percepiscono ben di più rispetto agli assistenti e alle altre figure da considerarsi impiegatizie. Abbiamo cercato nella sezione “Amministrazione trasparente” sul sito ufficiale dell’Ars notizie in merito, ma non abbiamo trovato nulla.

Dalla manutenzione degli edifici storici al servizio di vigilanza: tutti i costi “extra” del Palazzo
Il Palazzo dei Normanni, detto anche Palazzo Reale, è uno dei gioielli di Palermo e viene visitato ogni anno da migliaia di turisti. Anche per questo l’Ars deve provvedere alla sua manutenzione.
Interventi che risultano essere sempre più gravosi e significativi ogni anno che passa, come peraltro sottolineato nella relazione di accompagnamento del bilancio. Il complesso monumentale Palazzo dei Normanni ha ottenuto un importante riconoscimento da parte dell’Unesco con il suo inserimento nella “World heritage list”. Ma sulle spalle dell’amministrazione dell’Ars ricade anche il restauro di Palazzo Ex Ministeri, edificio di pregio storico di proprietà dell’Assemblea e destinato ad usi di rappresentanza, biblioteca ed emeroteca. Nel conto bisogna aggiungere anche le spese connesse agli obblighi derivanti dalle norme in materia di sicurezza sul lavoro e del servizio vigilanza di un Palazzo ritenuto obiettivo sensibile.