Sicilia

Assegno unico, nei primi 7 mesi 900mila beneficiari in Sicilia

Quasi 900 mila figli siciliani hanno usufruito dell’assegno unico universale (Auu) nel mese di luglio scorso. Il sostegno al reddito, che è andato a sostituire i vecchi assegni familiari, raggiunge nell’Isola la media dei 190 euro al mese, il secondo valore più alto tra le regioni italiane, superato soltanto dalla Calabria, che arriva a 194 euro. I siciliani, quindi, percepiscono circa 20 euro in più rispetto alla media nazionale, che si ferma a 171 euro.

Al contrario, gli importi più bassi si registrano nella provincia autonoma di Bolzano, a 153 euro, e in Valle d’Aosta, a 155 euro. Per macrocategorie, l’andamento degli importi registra un aumento via via che si scende lungo lo stivale. Se al Nord la media si ferma a 163 euro, nel Centro arriva a 165 e poi schizza a 185 euro nel Sud e nelle Isole. Gli importi sono gradualmente diminuiti nel corso dell’anno, per poi recuperare negli ultimi due mesi. A gennaio, infatti, la media isolana arrivava a 193 euro, e la media nazionale a 175, per poi scendere a 189 in Sicilia e 171 in Italia. Il mese di luglio ha segnato un lieve recupero. 

I cambiamenti normativi 

In termini numerici, tra aprile e maggio il numero di figli si è ridotto di circa 5 mila unità, riportando così il valore a quello di inizio anno. Si vanno così ad attestare i cambiamenti avvenuti tra gennaio e febbraio, dovuti, da una parte, all’adeguamento degli importi a quanto previsto dall’articolo 4, comma 11, del decreto legislativo 29 dicembre 2021, n. 230, che statuisce che sia l’Auu che le relative soglie Isee si regolano sulle variazioni dell’indice del costo della vita, ossia dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. In termini numerici, su un totale di 9,5 milioni di percettori in tutta la penisola, la Sicilia rappresenta quasi il 10% del totale, con una media di 1,6 figli a famiglia, mostrando come il tasso di natalità isolano rimanga sempre tra i più alti in Italia, con un leggero aumento rispetto al 2023, quando tale valore si fermava a 1,5. 

Il contesto nazionale 

In totale in Italia, per i primi sette mesi del 2024 sono stati erogati alle famiglie assegni per 11,5 miliardi di euro, che si aggiungono ai 18,2 miliardi del 2023 e ai 13,2 miliardi di erogazioni di competenza del 2022, anno di avvio del nuovo sostegno al reddito, i cui pagamenti sono partiti nel mese di marzo di quell’anno. Ancora, sono 6.219.848 i nuclei familiari che hanno ricevuto l’assegno per il 2024, per un totale di 9.854.566 figli. I numeri mostrano come l’assegno unico sia un meccanismo ormai consolidato, con un meccanismo che ha rappresentato un cambiamento epocale rispetto al passato, quando gli assegni passavano attraverso la busta paga dei genitori lavoratori. Al contrario, l’assegno unico raggiunge direttamente tutti coloro che hanno all’interno del proprio nucleo familiare un figlio a carico, a partire dal settimo mese di gravidanza fino al compimento dei 21 anni, con un importo più basso a partire dal diciottesimo anno di età. 

A chi viene riconosciuto l’assegno 

L’assegno viene riconosciuto anche dopo i 21 anni per i figli disabili a carico, per i quali è prevista una maggiorazione in base al grado di disabilità. Il calcolo dell’assegno unico universale dipende dall’età del figlio richiedente, oltre che dal reddito familiare. L’importo base dell’assegno per ciascun figlio minore, in assenza di maggiorazioni, nel 2024 va da un minimo di 57 euro, in assenza di Isee o con Isee pari o superiore a 45.574,96 euro, ad un massimo di 199,40 euro per Isee fino a 17.090,61 euro. In caso di figlia o figlio successivo al secondo, l’importo dell’assegno universale è maggiorato del 20%. Spettano maggiorazioni anche nel caso di genitori entrambi lavoratori. La richiesta dell’assegno unico universale può essere fatta sia attraverso patronato o direttamente sul proprio utente Inps, accendendo tramite Spid. 

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