PALERMO – Sono 860.196 i figli siciliani che hanno ricevuto l’Assegno unico universale per il mese di febbraio di quest’anno, ultimo rendicontato dall’Inps, per un importo medio di 192 euro mensili. I dati sono stati rilasciati dall’Osservatorio sull’Assegno unico universale dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, che aggiorna i numeri relativi a questa forma di sostegno al reddito.
La Sicilia si pone al secondo posto per importo più alto nel panorama italiano, superata soltanto dalla Calabria che sale a 197 euro. Una situazione di stasi, per la Sicilia, che va a confermare l’importo medio del mese precedente, mentre aumenta di circa 700 unità il numero di figli. Tutto come da previsione, dopo l’aumento netto dell’importo del mese scorso, connesso alla rideterminazione di quanto dovuto nel 2024.
Come previsto dall’articolo 4, comma 11, del Decreto legislativo 29 dicembre 2021, n. 230, infatti, sia l’Auu che le relative soglie Isee sono adeguati annualmente alle variazioni dell’indice del costo della vita, ossia dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. L’Inps ha quindi proceduto all’aggiornamento, sulla base del comunicato Istat del gennaio scorso, che ha reso noto che la variazione dell’indice dei prezzi è pari al +5,4%. L’andamento del numero dei figli va a confermare quanto successo sempre a gennaio.
Se a febbraio i numeri sono sostanzialmente stabili, a gennaio si sono registrati circa 100 mila nominativi in più: non nuovi nati o sole nuove richieste, ma inserimento, nei dati generali, di tutti quei figli che appartengono ai nuclei familiari che sono ex percettori del Reddito di cittadinanza. Fino a dicembre, infatti, l’Auu era versato come quota integrativa del sostegno al reddito, mentre dal 2024 viene pagato in maniera indipendente dagli altri eventuali sussidi che possano spettare al nucleo familiare.
In totale, in Sicilia sono stati erogati per il solo mese di febbraio oltre 165 milioni di euro, direttamente alle famiglie, attraverso il sostegno al reddito che da ormai due anni è andato a sostituire i vecchi assegni familiari.
Una vera rivoluzione rispetto al passato, quando gli assegni passavano attraverso la busta paga dei genitori lavoratori. Il nuovo assegno unico è stato invece pensato per raggiungere direttamente tutti coloro che hanno all’interno del proprio nucleo familiare un figlio a carico, a partire dal settimo mese di gravidanza fino al compimento dei 21 anni, con un importo più basso a partire dal diciottesimo anno di età. L’assegno viene riconosciuto anche dopo i 21 anni per i figli disabili a carico. Per loro è prevista una maggiorazione in base al grado di disabilità. Il calcolo dell’assegno unico universale dipende dall’età del figlio richiedente, oltre che dal reddito familiare. L’importo base dell’assegno per ciascun figlio minore, in assenza di maggiorazioni, nel 2024 va da un minimo di 57 euro, in assenza di Isee o con Isee pari o superiore a 45.574,96 euro, ad un massimo di 199,40 euro per Isee fino a 17.090,61 euro. In caso di figlia o figlio successivo al secondo, l’importo dell’assegno universale è maggiorato del 20%. Spettano maggiorazioni anche nel caso di genitori entrambi lavoratori.
La richiesta dell’Assegno unico universale può essere fatta sia attraverso patronato o direttamente sul proprio utente Inps, accendendo tramite Spid. È stata prevista una procedura piuttosto semplice che permette di inserire con facilità i propri dati. Non è necessario nel corso del tempo ripresentare la richiesta, a meno di dover apportare delle modifiche. Ogni anno, entro marzo, andrà richiesto il nuovo Isee; se ciò non fosse fatto, si accederà comunque all’importo minimo previsto per legge.