L’aumento del costo dell’energia incide sulle istituzioni comunali, i contraccolpi del caro bollette – per illuminazione pubblica, illuminazione edifici comunali e scuole (energia elettrica) e gestione calore (gas metano) degli stessi immobili – si abbattono anche sull’Amministrazione comunale oltre che sulle famiglie.
Sui costi spropositati del mercato di salvaguardia elettrica l’Anci Sicilia ha presentato formalmente le proprie osservazioni sul documento per la consultazione (approvato con delibera Arera 332/2024/R/eel) che, attraverso un’asta al ribasso, fisserà entro il prossimo autunno le nuove tariffe per il biennio 2025/2026.
Nel territorio siciliano, tale parametro ha, infatti, raggiunto il livello record di 202,41 €/MWh con un aumento di 184, 61 €/MWh rispetto al biennio 2021-2022 e di 162,45 €/MWh rispetto al biennio 2019-2020. Ciò significa che le bollette di un Comune servito in salvaguardia sono aumentate di un fattore 11 rispetto al biennio 2021-2021 e di un fattore 5 rispetto al biennio 2019-2020, al netto degli incrementi del prezzo della materia prima.
In questa materia il parametro Omega (Ω) è il coefficiente utilizzato per calcolare il prezzo dell’energia elettrica nel mercato di salvaguardia. Questo parametro è stabilito dall’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) e serve a determinare il margine di commercializzazione che il fornitore di salvaguardia può applicare al prezzo dell’energia.
Il mercato cosiddetto di salvaguardia per l’energia elettrica è un meccanismo previsto per garantire la fornitura di elettricità a enti e soggetti che, per varie ragioni, non hanno un contratto con un fornitore nel mercato libero. Dovrebbe essere una sorta di rete di sicurezza per garantire che i servizi pubblici non restino senza elettricità anche quando non si è scelto un fornitore o si è stati esclusi dal servizio.
Per scegliere il soggetto che deve assicurarlo, l’autorità competente, l’Arera, svolge una gara che nello scorso biennio ha imposto tariffe insostenibili per la Sicilia e per alcune altre regioni.
Durante l’incontro con l’Autorità, il presidente e il segretario generale dell’Associazione dei Comuni siciliani, rispettivamente Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, hanno evidenziato come “tali costi siano insostenibili per molti comuni, in particolare per quelli che vivono già una difficilissima condizione finanziaria, e come ci sia il grosso rischio di mettere in pericolo la qualità dei servizi essenziali erogati a cittadini e imprese”.
“I costi maggiorati del regime di salvaguardia – ha spiegato Amenta - non solo hanno un peso consistente sulla spesa ordinaria che sostengono i comuni ma ha anche ha causato un aumento dei tributi locali nei Programmi economici finanziari (Pef) rifiuti. Aumenti che spesso non sono sostenibili dalle famiglie che si trovano nell’impossibilità di pagare, generando un forte ammanco nelle casse comunali. Bisogna fermare questo circolo vizioso che con un pericoloso effetto domino ha fatto schizzare i costi della Tari e del servizio idrico integrato, due voci che risultano essere tra le cause più significative della crisi finanziaria dei Comuni”.
Ulteriori dettagli, in particolare sulle osservazioni sul parametro omega e sul mercato di salvaguardia, verranno presentati durante l’assemblea regionale precongressuale dell’Anci Sicilia che si svolgerà giovedì 10 ottobre, in quella occasione verranno valutate ulteriori iniziative in difesa dei Comuni e per la concreta tutela del servizio pubblico.