Per cercare di capire meglio qual è il futuro che attende Città Metropolitane e Liberi Consorzi comunali abbiamo intervistato l’assessore regionale alle Autonomie locali, Marco Zambuto, che ha risposto in esclusiva alle domande del QdS.
A che punto è il processo di riorganizzazione degli Enti intermedi? Con i recenti insediamenti delle Assemblee dei sindaci crede che possa esserci un nuovo slancio per un’attività amministrativa che negli ultimi anni ha faticato parecchio?
“Il Processo di riorganizzazione risulta ormai in fase avanzata e, per la sua definizione, si attende la celebrazione delle elezioni di secondo grado degli organi che avverrà, a norma di legge, dopo le prossime consultazioni amministrative. La recente norma che ha attribuito, nelle more delle elezioni, poteri alle Assemblee e alle Conferenze Metropolitane, seppur ha ridato un ruolo nella governance degli Enti ai rappresentanti del territorio, ha anche posto alcuni vulnus, in particolare per le Città Metropolitane, per gli atti non contemplati dalla norma e per i quali si interviene costantemente per il tramite di commissari ad acta”.
Recentemente il presidente di Anci Sicilia, Leoluca Orlando, ha chiesto nuovamente “definitive determinazioni regionali in tema di riforma degli Enti intermedi”. Cosa sta facendo il Governo Musumeci da questo punto di vista e cosa potrà fare da qui a fine legislatura?
“L’intervista del presidente dell’Anci, in occasione dell’approvazione del Regolamento per il funzionamento della Conferenza Metropolitana di Palermo, si riferisce alla definizione delle elezioni di secondo grado degli organi degli Enti di area vasta che, come detto precedentemente, si terranno dopo le prossime consultazioni amministrative”.
Qual è la visione a lungo termine su Città Metropolitana e Liberi Consorzi comunali?
“Si tratta di enti di primaria importanza nel governo del territorio. L’obiettivo è quello di mantenere costanti le somme agli stessi destinate, pari a 98 milioni di euro circa, al fine di evitare che possano verificarsi nuove situazioni di crisi finanziaria, così come avvenuto per gli enti di Siracusa e Catania, che possano pregiudicarne la funzionalità”.