ROMA – “Al governo e alla maggioranza chiediamo flessibilità ideologica perché un punto di Pil perso al Nord equivale a tre punti di Pil persi al Sud. O per il Meridione si attiva un vero e proprio shock economico o non ripartirà mai, di certo non con le misure assistenziali messe in campo negli ultimi anni”. Lo dichiara Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato. “Bisogna investire e far crescere le industrie: ad esempio – spiega – se l’Ilva è una leva economica per ridare slancio all’economia industriale e produttiva del Mezzogiorno, non bisogna chiudersi su posizioni anti storiche ma rilanciare la produttività dell’acciaio e la filiera ad esso collegata, dall’automotive alla casa, dall’edilizia alle infrastrutture”.
Sullo scostamento di bilancio, Mulé ha fatto sapere che il centrodestra ha scritto una lettera al Presidente del Consiglio “dicendo alcune cose chiare: non voteremo lo scostamento di bilancio a scatola chiusa indicando tre priorità imprescindibili, il lavoro, il fisco e la giustizia sociale con delle misure semplici e immediate. Bisogna reintrodurre i voucher, superare il decreto dignità, aiutare le imprese in ginocchio. Se la rotella della condivisione gira all’interno della maggioranza mettetela in moto altrimenti non voteremo lo scostamento di bilancio”.
A proposito di Sud, si registra il plauso di Gino Sciotto, presidente della Fapi (Federazione autonoma piccole imprese) per la proposta avanzata dal ministro Provenzano e relativa alla fiscalità di vantaggio: “Siamo d’accordo con il ministro Provenzano – ha detto Sciotto -. La fiscalità di vantaggio per il Sud finalizzata al lavoro ci sembra la migliore proposta fin qui avanzata per il rilancio del Mezzogiorno che è la vera priorità del Paese”.
“In autunno – aggiunge il leader della Fapi – la disoccupazione nelle regioni meridionali avrà picchi senza precedenti, per questo è necessaria una riduzione del costo del lavoro con un abbattimento del 30% dei contributi previdenziali a carico delle imprese”.
“Siamo convinti che in questa fase di grandi difficoltà economiche e sociali servono provvedimenti di contenimento della crisi ed incentivi per le imprese. Senza l’apporto di investimenti privati l’Italia rischia di non farcela”, conclude Sciotto.