Siracusa

Ad Augusta il barcone del 18 aprile in memoria delle stragi in maree

AUGUSTA (SR) – Dopo la risoluzione della controversia che ne aveva ritardato la partenza da Venezia rientra ad Augusta il relitto del barcone inabissatosi con centinaia di migranti nel Canale di Sicilia il 18 aprile 2015. Il relitto era stato esposto presso la Biennale d’Arte di Venezia svoltasi nel 2019 dove era stato visitato da migliaia di persone e da esponenti della cultura, delle istituzioni civili e religiose e del mondo dell’arte. Dopo di che era rimasto sulla banchina dell’Arsenale del capoluogo veneto in attesa che ne venisse decisa la sorte. Com’è noto il peschereccio, che trasportava oltre un migliaio di persone migranti, affondò nel Canale di Sicilia. Di quel tragico evento sopravvissero soltanto 28 persone.

Un anno dopo, per volontà del Governo Italiano, il relitto fu recuperato dal fondo del mare con una complessa operazione e portato alla base navale di Augusta per la pietosa rimozione dei resti mortali delle centinaia di povere vittime che vi erano rimaste intrappolate. Nella nobile e ardua impresa di dare un volto e un nome ai naufraghi che hanno perduto la vita sono da tempo impegnate diverse Istituzioni italiane ed internazionali.

Su sollecitazione del Comitato 18 aprile, costituitosi nel 2016 in concomitanza con l’arrivo del relitto ad Augusta, l’Amministrazione comunale megarese ha chiesto che il peschereccio non fosse distrutto o spostato altrove ma rimanesse ad Augusta per realizzare il “Giardino della Memoria” proposto dal Comitato. Nell’aprile 2019 il relitto era stato ceduto dal ministero della Difesa alla città di Augusta che a sua volta, subito dopo, lo aveva concesso in comodato d’uso per un anno all’artista Christoph Buchel per esporlo alla Biennale d’Arte di Venezia con il titolo “Barca Nostra”.

Il ritardo del rientro del barcone ad Augusta non ha indebolito l’idea e la volontà del Comitato 18 Aprile, dell’Amministrazione Comunale, degli organismi sociali, culturali e artistici e delle istituzioni scientifiche ed accademiche coinvolte affinché si realizzino sia il “Giardino della Memoria” che il “Museo dei Diritti”, un museo “diffuso” ed in rete con altre realtà museali, sociali e culturali del Mediterraneo.

Nel tempo si è allargata e consolidata quell’area di gruppi e persone sensibili, giornalisti, ricercatori, enti, artisti e associazioni che guardano con interesse al progetto alla cui base è la conservazione della memoria e la difesa dei diritti. Il rientro del barcone ad Augusta è stato possibile grazie alla concreta sinergia tra la Capitaneria di porto, l’Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia orientale e la Marina militare.

“Il relitto dismette ora la sua funzione artistica e riassume pienamente quella di pungolo delle coscienze, di testimone non muto, simbolo di tutte le luttuose tragedie delle genti costrette ad attraversare deserti e mari per cercare la felicità – hanno dichiarato la presidente del Comitato 18 Aprile, Cettina Saraceno, ed il sindaco, Giuseppe Di Mare, – . Noi continueremo ad impegnarci per farne il catalizzatore di iniziative di solidarietà, di pace e di fratellanza. Lavoreremo insieme perché esso rimanga un udibile ed ineludibile monito verso chi costringe all’esodo tanta umanità e poi, alzando recinti in terra e in mare, la respinge”.