L’aumento dell’inflazione in Italia comporterà in vista del 2025 un rialzo degli affitti. Per coloro che da anni vivono in una casa in locazione, questa non rappresenta una novità, ma per chi ha preso casa in affitto da poco risulta importante essere a conoscenza del fatto che anche il canone di locazione mensile che si versa è soggetto ad aggiornamento per adeguarsi all’inflazione. Proprio per questa ragione chi decide di prendere una casa in affitto è bene che guardi anche alla tipologia di contratto scelto e alle clausole contenute dallo stesso.
La percentuale di variazione fissata per il 2024 porta alla perequazione dell’anno successivo (2025) ed è fissata in misura pari a +0,8%. Il calcolo dell’adeguamento, in ogni caso, cambia in base a quanto stabilito nel contratto di locazione, che può essere svolto con le seguenti opzioni:
Aspetto fondamentale da considerare è che non tutti i contratti di affitto sono soggetti all’adeguamento in questione. L’adeguamento del canone di locazione deve essere espressamente previsto dal contratto con una clausola che obblighi, appunto, alla variazione del canone in base alle rilevazioni Istat.
L’ultimo indice Foi previsto dalle rilevazioni Istat è pari a:
Il canone di affitto si rivaluta alla scadenza annuale del contratto per tutto l’anno successivo. Per determinare l’aumento da applicare al canone di locazione bisognerà prendere a riferimento l’indice Istat FOI del mese precedente a quello di scadenza del contratto.
Per chi ha scadenza annuale del contratto a gennaio, quindi, si prenderà a riferimento l’indice Istat Foi del mese di dicembre applicando la seguente formula: canone di locazione x indice istat x percentuale di rivalutazione.
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