Con la pubblicazione del cedolino Inps di pensione relativo al rateo di ottobre viene svelato l’arcano sull’aumento delle pensioni a ottobre. Consultando, infatti, il cedolino di pensione pubblicato nell’area personale MyInps, ci si rende subito conto che rispetto al mese scorso non ci sono aumenti dovuti alla rivalutazione.
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Tuttavia, per alcuni pensionati una buona notizia c’è: il cedolino risponde alla curiosità di coloro che attendono il conguaglio Irpef.
Il mese scorso l’Inps ha spiegato che le operazioni di conguaglio sul cedolino di pensione sono state effettuate solamente nei confronti di coloro che hanno inviato la dichiarazione dei redditi con modello 730/2024 tra il 1° e il 20 giugno. Per tutti gli altri c’è stato quindi da attendere ottobre, mentre chi ha aspettato l’ultimo momento dovrà invece avere pazienza fino a novembre.
Non è chiaro però entro quando bisogna aver presentato il modello 730/2024 per far sì che il conguaglio sia stato effettuato nel cedolino in pagamento la prossima settimana. Ecco perché per i diretti interessati è importante la pubblicazione nell’area personale MyInps, così da poter scoprire in anteprima se è arrivato il tanto atteso aumento riconosciuto a titolo di rimborso dell’Irpef.
L’Inps, nella guida mensile al cedolino di pensione, specifica che a ottobre non ci sono novità per quanto riguarda la rivalutazione. Gli unici aumenti possibili sono quelli risultanti dal rimborso del credito Irpef emerso dall’ultima dichiarazione dei redditi. Le tempistiche del conguaglio dipendono da quando il prospetto di liquidazione è stato emesso dall’Agenzia delle Entrate: nel caso dei pensionati il conguaglio avviene due mesi dopo.
A tal proposito, chi ha presentato la dichiarazione dei redditi tra il 21 giugno e il 15 luglio il conguaglio sarà sicuramente a ottobre. Ma anche per chi lo ha fatto qualche giorno dopo il prospetto di liquidazione potrebbe essere arrivato in tempo per far scattare il conguaglio con la pensione prossima al pagamento. Per avere informazioni certe a riguardo basta andare nell’area personale MyInps, accessibile con Spid, credenziali Cie e Cns, e consultare l’ultimo cedolino.
In caso contrario vuol dire che bisognerà attendere ancora un altro mese, o persino di più nel caso di rimborsi superiori a 4.000 euro. Questi, infatti, potrebbero aver richiesto un controllo aggiuntivo da parte dell’Agenzia delle Entrate. Solo dopo aver effettuate tutte le verifiche del caso, essa procederà al pagamento diretto al pensionato.
Se da una parte troviamo quei pensionati che attendono l’aumento della pensione a ottobre con il conguaglio, dall’altra c’è chi è preoccupato per le trattenute.
Potrebbe essere, infatti, che dalla dichiarazione dei redditi sia risultato che l’Irpef già pagata nel 2023 sia inferiore a quella dovuta. È il caso ad esempio di chi ha una doppia Certificazione Unica, perché ad esempio oltre a essere titolare di pensione ha anche un rapporto di lavoro in corso.
In caso di conguaglio a debito del contribuente l’Inps effettua quindi una trattenuta in busta paga, fino al recupero dell’intero importo dovuto. È possibile chiedere la restituzione a rate. Tuttavia chi ha inviato il modello di dichiarazione dopo giugno rischia di non poter essere accontentato rispetto al numero di rate scelto. In ogni caso, infatti, il piano di restituzione deve concludersi a novembre 2024, quindi con i prossimi due cedolini bisognerà necessariamente saldare il debito.