Consumo

Auto, dopo l’emergenza pandemia arriva la “stangata dei chip”

MILANO – Dopo la pandemia, a ottobre arriva la stangata dei chip sul mercato italiano dell’auto. È quanto afferma il Centro Studi Promotor, secondo cui “se la situazione non è destinata a risolversi a breve e se nei prossimi due mesi si determinasse, come è altamente probabile, un calo analogo a quello di ottobre, il mercato italiano delle autovetture chiuderebbe il 2021 con 1.432.000 immatricolazioni e quindi con un calo sui livelli precedenti la pandemia, cioè sul 2019, del 25,3%”.

La crisi delle forniture di chip si riflette nella richiesta congiunturale del Csp: a fine ottobre ben il 99% dei concessionari ha dichiarato di avere giacenze di auto nuove assolutamente insufficienti a soddisfare la domanda e per quanto riguarda le attese sulle vendite nei prossimi mesi, ben l’80% degli interpellati ha dichiarato di attendersi risultati fortemente negativi. Questa situazione ha ovviamente un impatto anche sui prezzi effettivi di vendita che vengono visti in crescita dal 54% dei concessionari.

Le difficoltà di fornitura di auto nuove si riflette anche sull’usato. Nel mese scorso le giacenze di auto usate sono state giudicate basse dal 96% dei concessionari interpellati da Csp. In parallelo con l’assottigliarsi delle giacenze si sono registrati crescenti tensioni sui prezzi che in giugno venivano giudicati alti dal 21%, mentre in ottobre la percentuale corrispondente si è attestata a quota 60.

Data la grave difficoltà delle forniture, per le case automobilistiche si è avvertito meno il progressivo esaurirsi degli ecobonus e degli incentivi per l’acquisto di vetture con emissioni comprese tra 61 e 135 grammi di CO2 al chilometro. Al 2 novembre la situazione dei fondi residui per questi incentivi vede una disponibilità di 9,1 milioni per l’ecobonus e di 9,3 milioni per le auto con emissioni comprese tra 61 e 135 grammi di CO2 al chilometro, mentre restano fondi per 38,9 milioni per sostenere il mercato dell’usato.

Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, “è del tutto evidente che la scarsa disponibilità di auto, sia nuove che usate, rende meno urgente il problema del rifinanziamento degli incentivi necessari per compensare gli effetti negativi sul mercato dell’auto della pandemia. Il settore si attendeva che la proposta di Legge Finanziaria per il 2022 prevedesse un intervento organico per superare la fase di stop and go degli incentivi e per varare un piano per favorire la transizione ecologica nel mondo dell’auto. Così non è stato, ma il problema resta sul tavolo anche per evitare che i proclami sull’ambiente restino proclami e non abbiano invece immediati e significativi riscontri nella realtà quotidiana della gente”.