Inchiesta

Gli automobilisti siciliani? Sono ribelli e impuniti. Dalle multe solo le briciole

PALERMO – E alla fine la Sicilia si scoprì virtuosa. O forse no, se si analizzano i dati con una certa attenzione e con un occhio un po’ più critico. Se infatti i capoluoghi siciliani hanno incassato soltanto 19 milioni di euro dalle multe elevate per violazione alle norme del Codice della strada non è certo perché all’improvviso i cittadini dell’Isola si sono svegliati guidatori provetti e coscienziosi, osservanti delle norme previste per la circolazione stradale.

È sufficiente fare un giro in strada per le principali città della regione per rendersi conto di come le violazioni – in certi casi palesi e talora al limite della fantascienza – siano all’ordine del giorno. Stop ignorati con inquietante noncuranza, precedenze decise in base alle dimensioni delle auto, conversazioni telefoniche – o peggio ancora, chat di messaggistica – mai interrotte durante la guida, gare di Formula 1 improvvisate e parcheggi al limite della decenza sono soltanto alcune delle infrazioni che possono vedersi con sconfortante regolarità.

Lungi da noi voler affermare che certe cose altrove non accadano, ma una cosa è certa: in altre parti d’Italia vengono quantomeno sanzionate con molta più regolarità di quanto non avvenga nell’Isola. Questo, com’è facile immaginare, con due funzioni principali: una repressiva, perché si spera che coloro i quali ricevono una multa saranno meno propensi, in futuro, a commettere la stessa infrazione; l’altra economica perché le sanzioni elevate e pagate dagli utenti della strada vanno poi a confluire sul Bilancio del Comune di riferimento… CONTINUA LA LETTURA. QUESTO CONTENUTO È RISERVATO AGLI ABBONATI

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