Slitta a martedì 23 gennaio il voto finale sul disegno di legge per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario. L’iter legislativo ha superato anche la pregiudiziale posta dalle opposizioni in ordine alle ipotesi di incostituzionalità. Il dibattito è quindi nel pieno del suo vigore sia tra la coalizione di maggioranza e le opposizioni che tra gli stessi partiti che compongono la maggioranza di governo del paese. Il Quotidiano di Sicilia ha chiesto al presidente della Regione Siciliana Renato Schifani il punto di vista del governatore di regione a statuto speciale sul Ddl e se rileva criticità per le quali avrebbe suggerito emendamenti al testo.
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“Gli emendamenti posti dalla maggioranza sono emendamenti di buon senso”, ha risposto il presidente Schifani aggiungendo “è evidente che c’è il partito della Lega che spinge più velocemente rispetto agli altri, rispetto a Forza Italia ed a Fratelli d’Italia su questo tema, ma registro un atteggiamento di Forza Italia e Fratelli d’Italia estremamente rigoroso”. Sul tema del rigore, con cui il partito di cui fa parte e quello di maggioranza nella coalizione vigilano sul disegno di legge spinto dalla Lega, Schifani è chiaro e ribadisce il concetto: “È sotto gli occhi di tutti come questo testo all’esame del parlamento sarà ritoccato per blindare ancora di più un concetto, e cioè che l’introduzione dei livelli essenziali di prestazioni distribuiti in maniera equa in tutto il territorio”.
La questione dei livelli essenziali di prestazioni (LEP) è quindi dirimente e lascia intendere che non è interamente condiviso il progetto leghista. Anzi, pare sia proprio questo il punto debole del disegno di legge per la coalizione: “Su questi principi naturalmente non potrà essere accettata nessuna deroga, quindi l’autonomia differenziata deve passare prima dalla garanzia di questo principio”. A scanso di equivoci, Renato Schifani rimarca il concetto: “La garanzia di questo principio significa risorse, non soltanto il principio, e su questo si sono fatti passi in avanti, perché lei saprà quanto sia differente questo testo all’esame del parlamento rispetto a quello iniziale. Notevolmente cambiato, è migliorato.”
Una nota, forse appena accennata, su quanto nel backstage della maggioranza a Roma possano esserci state rimostranze circa i termini dell’impianto originale spinto dalla Lega per l’autonomia differenziata e come questa tocchi vari temi con rispettive criticità territoriali. “Altro tema – afferma appunto Renato Schifani – sul quale noi faremo sentire la nostra voce, è relativamente al principio di insularità“. Il presidente ha quindi spiegato che per la Costituzione è obbligo dello Stato “intervenire economicamente, a favore di alcune regioni che pagano il prezzo del decentramento, per rimuovere le disparità”.
Il presidente della Regione Siciliana sull’insularità pare quindi voler impiantare la propria battaglia con gli alleati del governo centrale: “Sul tema dell’insularità chiederemo al governo stanziamenti maggiori, perché è previsto dalla Costituzione. Una quota di queste somme, del bilancio 2022, le abbiamo utilizzate per il caro voli. Perché anche quella è una logica di utilizzazione, perché il caro voli nasce dall’insularità. Chiederemo più risorse sull’insularità, perché la nostra battaglia sarà anche questa, di carattere politico e finanziario, per fare in modo che le prossime finanziarie prevedano dei capitoli molto più copiosi rispetto ai precedenti, anche per garantirci in una logica perequativa di una eventuale autonomia differenziata che sicuramente non arrecherà danni al Mezzogiorno perché eventualmente faremo sentire la nostra voce”.
In chiusura di risposta Schifani pare infine lanciare un monito sul risultato finale che il Ddl 615 dovrà avere: “Tra l’altro, ricordiamoci che per fortuna esiste ancora il bipolarismo, esistono le seconde letture e le terze letture e ci sarà tempo naturalmente per poter analizzare sempre meglio le ipotesi al vaglio del parlamento”. La promessa del presidente della Regione Siciliana è chiara: “Non ci distrarremo“. Infine Schifani loda il proprio partito di appartenenza, Forza Italia, e l’impegno – o le garanzie – del maggiore Fratelli d’Italia sul buon esito di quello che per molti analisti pare essere uno scambio tra il premierato del partito di Giorgia Meloni e la maggiore autonomia finanziaria per le regioni del nord voluta dalla Lega: “Però siamo fiduciosi, perché da un lato c’é un partito che da tempo ne fa una battaglia, ma dall’altro ci sono dei partiti come Forza Italia e Fratelli d’Italia che sono molto rigidi su questo tema”.