Lavoro

Avvocato, difficoltà di accesso ad una professione “ostile” alle donne

Il QdS comincia un viaggio tra le professioni in Sicilia per evidenziare lo stato di salute delle varie categorie. Il presidente degli Avvocati palermitani Antonello Armetta denuncia le tante difficoltà per donne e giovani.

Nel 2019 il reddito medio dichiarato ai fini Irpef dagli avvocati nel distretto di Palermo è stato pari a 29 mila euro. A suo avviso la pandemia quanto ha inciso sul reddito degli avvocati palermitani?

“La pandemia ha privato gli Avvocati non solo di un reddito, ma della stessa possibilità di lavorare. Dopo le riaperture abbiamo però pagato il prezzo più alto: la scarsa circolazione della ricchezza del nostro territorio ricade, principalmente, sui prestatori di servizi e dunque su di noi. Le misure adottate dal governo, poi, non hanno avuto effetti significativi: servivano interventi decisi, sono arrivate le briciole. In altri termini, buona parte dei nostri colleghi, soprattutto coloro che nel 2019 speravano di crescere, adesso soffre terribilmente”.

La crisi economica, complice anche il Covid, sta allontanando, soprattutto, gli avvocati con redditi più bassi dalla libera professione, per concentrare i propri sforzi verso la nuova stagione dei concorsi. A suo avviso a Palermo la tendenza è confermata?

“La tendenza è assolutamente confermata, sia pure con numeri ancora contenuti rispetto ad altre parti d’Italia. Le cancellazioni dall’albo riguardano sì i tanti vincitori di concorso, ma soprattutto le colleghe, probabilmente spinte ai concorsi dalle difficoltà che la professione arreca all’esigenza delle mamme e delle donne. Questo dato è quello che mi provoca maggiore amarezza, perché denota una scarsa attenzione al tema della maternità ed alle difficoltà di accesso alla professione che le nostre istituzioni avrebbero dovuto colmare da tempo. Senza donne e senza giovani nessuna professione può avere un futuro”.

Il COA di Palermo quali misure locali ha in programma per sostenere i propri iscritti?

“Il nostro COA deve puntare sui servizi da garantire agli iscritti. Non possiamo fare miracoli, purtroppo, ma posso anticiparle che investiremo circa 300.000 euro, che abbiamo risparmiato tagliando spese non indispensabili, in servizi per i colleghi. Non le nascondo che il mio sogno sarebbe quello di inaugurare un baby parking ed uno spazio di coworking riservato ai nostri iscritti, a spese dell’Ordine, per agevolare i colleghi più in difficoltà e le mamme avvocato, ma stiamo valutando ogni intervento che possa migliorare le condizioni lavorative degli iscritti. L’unica priorità dei COA deve essere questa, ed il Consiglio sta lavorando incessantemente in questa direzione”.