Palermo

Bagheria tra le protagoniste de Le Vie dei Tesori

BAGHERIA (PA) – Si riaprono i battenti del Le Vie dei Tesori, circuito che quest’anno giunge alla sua quarta edizione e che ha fatto della promozione del patrimonio artistico e culturale siciliano la sua missione fondamentale. Nelle sale di Palazzo Butera ha fatto tappa la presentazione della prima tranche del Festival, prevista per tre weekend dal 16 settembre all’1 ottobre.

Tra le diverse e numerose mete del versante occidentale dell’Isola, infatti, c’è proprio quella bagherese, nota come la culla delle celebri ville settecentesche. Ed è qui che vengono chiariti i contorni di una manifestazione che diventa sempre più ambiziosa.

L’obiettivo, infatti, non sembra esclusivamente la valorizzazione delle ricchezze culturali – attività che resta pur sempre centrale – ma anche l’introduzione di nuove realtà capaci di trovare una propria stabilità nel territorio, creando così ulteriori occasioni sia sul piano economico, sia a livello lavorativo. “Le Vie dei Tesori – ha spiegato il vice presidente Marcello Barbaro – non vuole essere soltanto un evento ma un modello di sviluppo. Puntiamo a lasciare dei luoghi che continuino a lavorare tutto l’anno, offrendo opportunità soprattutto ai nostri giovani. Tutto questo, dunque, potrebbe essere una rampa di lancio per una vita che vada oltre queste sei giornate, diventando un punto di riferimento non solo turistico, ma anche per i cittadini”.

“La partecipazione di Bagheria – ha aggiunto – si è già rivelata una scommessa vinta, ma non bisogna guardare soltanto al numero di visitatori e alle ricadute economiche. Voglio anche ricordare il coinvolgimento di moltissimi giovani. Siamo nell’ordine di 1.500 ragazzi su base regionale, di cui un centinaio parteciperanno a Bagheria nell’ambito del Pcto, la vecchia Alternanza scuola-lavoro. Questo è un dato su cui riflettere, perché coinvolgere i giovani significa contribuire alla creazione di comunità”.

Il Festival ha già dimostrato di avere le carte in regola per affermarsi come una delle iniziative più influenti per la crescita dei territori. Anche quando, come nel caso bagherese, prende il via da condizioni poco favorevoli. Come infatti ha voluto ricordare il vice sindaco di Bagheria, Daniele Vella, la manifestazione è stata inaugurata “nel 2020, in piena pandemia, consapevoli che il nostro territorio poteva rappresentate un luogo ideale per il Festival. Malgrado le prime edizioni siano state un po’ complicate, tra visite contingentate, mascherine e distanziamento, i risultati sono sempre stati importanti, generando un notevole volume di visite e un ritorno economico di cui hanno potuto beneficiare le nostre botteghe e i nostri artigiani”.

Per ogni visitatore una spesa media di trenta euro

A entrare nel merito dei dati è stato l’assessore al Turismo di Bagheria, Provvidenza Tripoli, che ha affermato: “È un’esperienza che ci ha dato grandissima soddisfazione. Secondo quanto rilevato dall’Osservatorio turistico delle economie delle isole, negli ultimi due anni, nonostante la pandemia, i visitatori in tre weekend sono stati circa 4.000, con una ricaduta economica per il territorio bagherese di oltre 108.000 euro. Questo significa che ogni visitatore a Bagheria spende in media 30 euro. È una realtà economica che può solo farci piacere. Ben venga questa iniziativa che senz’altro continueremo ad appoggiare”.

“ll fatto che ci sia un ricambio a ogni edizione – ha poi aggiunto Tripoli – con l’introduzione di nuovi siti, credo sia una marcia in più. Ci consente di riscoprire qualcosa di nuovo, creando un’attrattiva ogni anno maggiore”.

Il programma è molto ricco. Come ha ribadito Marcello Barbaro, c’è la consapevolezza di non poter proporre sempre la stessa offerta, ma di dover provvedere a un rinnovamento dei siti e, soprattutto, di puntare sulle esperienze che permettono di vivere i luoghi in maniera diversa rispetto al passato. L’iniziativa, con questo spirito, non favorisce soltanto la visita dei luoghi, ma anche la riscoperta e la “riappropriazione” di tesori che a volte vengono ingiustamente trascurati. In quest’ottica, tra i fiori all’occhiello dell’itinerario bagherese è presente per la prima volta Villa Palagonia, “un luogo che abbiamo sempre corteggiato – ha spiegato Barbaro – e che per vari motivi non abbiamo mai potuto inserire”. Insieme a essa, anche la “putìa” di Ignazio Buttitta, la bottega dove il poeta bagherese iniziò a lavorare a dieci anni. (gda)