Il genitore rappresenta la figura di riferimento primaria, il primo caregiver d’eccellenza del proprio figlio, in particolare la madre. I tempi cambiano, le mode cambiano, le esigenze sono tante, ma ciò che non dovrebbe cambiare è il ruolo del genitore, ma altro emerge dalle evidenze.
La dura realtà è quella che i genitori, dopo un giorno di lavoro ottengono informazioni sull’andamento della quotidianità del proprio figlio dalla baby-sitter o da caregiver secondari, ciò comporta che del bambino avranno una visione di seconda mano; arrivare tardi a sera dopo il lavoro e dedicare tempo al bimbo stanco ridimensiona la conoscenza autentica della giornata. Il danno che si ottiene è che si concentra l’attenzione in poche azioni per compensare sensi di colpa delle lunghe assenze giustificando comportamenti e autorizzando alibi.
Questo non solo danneggia la crescita del bambino, ma dal punto di vista psicopedagogico egli svilupperà un marcato locus of control esterno, ovvero l’attribuire qualsiasi responsabilità di malessere all’insegnante e ai compagni. Il bambino usa strategie per compensare vuoti e mancanze per richiamare l’attenzione. Vuoti colmati con l’uso di tablet e iphone, che fanno da “calmanti” così si “quietano”.
Sovraesporre il bambino all’uso dello smartphone, del tablet quale surrogato della figura parentale, compromette i rapporti umani, il dialogo, l’interazione, nonché comporta danni alla salute; procura insonnia, riduce la concentrazione e l’attenzione, viene compromessa la capacità di memorizzazione e l’uso del linguaggio, lo sviluppo cognitivo ed emotivo. Si dice “ho “dovuto” comprarlo, piangeva perché a scuola ce l’hanno tutti…”, il sillogismo, “tutti hanno il tablet, il mio compagno ha il tablet, Io Voglio il tablet” è demolitivo, non favorisce la capacità di critica e l’autonomia delle scelte. Un genitore, che non è più capace di costruire un percorso educativo di base, di controllo delle regole dei comportamenti e analisi del pensiero, farà del proprio figlio “il capo che decide come i genitori devono comportarsi; si creerà l’effetto domino a cui stiamo assistendo.
Fine prima parte