Con un aumento medio dei tassi per il 2023, rispetto all’anno precedente, di 3 punti percentuali, secondo le stime degli analisti di Banca di Italia la rata mediana sui mutui indicizzati delle famiglie siciliane aumenterebbe del 22,5 per cento, per un importo mensile pari a 121 euro. Questo quanto si legge nell’ultimo rapporto sull’economia dell’Isola redatto dalla sede regionale della Banca d’Italia. In una parte speciale della pubblicazione si fa il punto su quanto possa incidere l’aumento del tasso di interesse sulle tasche dei siciliani: “in termini percentuali l’impatto sarebbe maggiore restringendo l’analisi alle famiglie con le rate più contenute, associati con maggiore frequenza a famiglie a basso reddito”.
Nel 2022 il flusso di nuovi mutui si è attestato sui livelli elevati raggiunti nel 2021 (2 miliardi di euro), sensibilmente superiori a quelli pre-pandemici. Nel corso dell’anno le erogazioni si sono però progressivamente indebolite, nota ancora Banca d’Italia: “E nel secondo semestre il valore dei nuovi contratti è stato inferiore del 4,5 per cento rispetto al corrispondente periodo del 2021; la dinamica ha riflesso la forte contrazione della domanda di credito espressa dalle famiglie siciliane, su cui ha inciso soprattutto il rapido incremento dei tassi di interesse a seguito del processo di normalizzazione della politica monetaria” ovvero i tentativi di frenare l’inflazione aumentando i tassi di interesse.
Nell’ultimo trimestre del 2022 il costo medio del credito sulle nuove operazioni è aumentato al 3,5% dall’1,7 del corrispondente periodo dell’anno precedente. Nel complesso gli effetti della crescita dei tassi di interesse sulle rate dei mutui sono stati moderati grazie alla prevalenza dei prestiti a tasso fisso la cui quota alla fine del 2022 era pari a quasi il 60 per cento del totale dei mutui in essere.
Alla fine del 2022 le famiglie indebitate per l’acquisto della casa erano pari al 10,1% del totale di quelle residenti in regione; il valore complessivo dei mutui concessi era pari al 23,7% del reddito disponibile regionale, un’incidenza inferiore a quella media italiana. I mutui delle famiglie siciliane presentavano un importo unitario più contenuto del dato nazionale (di circa il 10 per cento), riflettendo il valore mediamente più basso dei prezzi delle abitazioni; anche la rata pagata in regione è inferiore (di circa il 5%), mentre la durata risulta allineata. Indicazioni sostanzialmente analoghe emergono anche per i mutui con le rate più contenute, associati con maggiore frequenza a famiglie a basso reddito. La quota dei mutui a tasso variabile, che nel 2015 aveva raggiunto un picco pari a poco più dei due terzi del totale, alla fine del 2022 era scesa al 42,0%, un valore superiore di 3,5 punti percentuali rispetto alla media italiana e di oltre 10 rispetto a quella del Mezzogiorno. Con il mutamento dell’orientamento della politica monetaria e il progressivo aumento dei tassi di interesse di riferimento (Euribor) a partire da luglio 2022, le famiglie che avevano contratto un mutuo a tasso variabile hanno subito un incremento dell’onere del servizio del debito.