Editoriale

Basta “scacchi”, firmare la neutralità

È uscita in questi giorni un’informazione tossica e cioè che la Cina fornirà armi alla Russia. Chi ha avuto interesse a fare circolare questa informazione falsa?
Pian piano il quadro si delinea e come in un giallo di Agatha Christie, si elimina l’apparente colpevole e si va verso l’individuazione di quello vero.
L’abbiamo già scritto: tutta la vicenda ucraìna ruota attorno al patto di neutralità che essa deve avere, rimanendo, come sostengono l’ex presidente della Commissione europea, Romano Prodi, e l’attuale cancelliere della Germania, Olaf Scholz, uno Stato cuscinetto.
Ma chi ha interesse a creare un casus belli? Proviamo a tratteggiare lo scenario.
Putin, fino a prova contraria, presidente eletto (anche se con forzature), da otto anni sostiene che vada firmato un atto fra tutte le parti, per esempio Stati Uniti, Unione europea e la stessa Russia, per accantonare definitivamente l’ipotesi dell’ingresso nella Nato dell’Ucraìna. Ma questo avvertimento è stato sempre sottovalutato.

Il giovane Volodymyr Zelensky si è probabilmente montato la testa perché gasato dagli Stati Uniti e ha sottovalutato l’avvertimento di Putin, facendo circolare l’informazione che aveva intenzione di chiedere l’adesione del suo Paese alla Nato.
Probabilmente questo ha fatto reagire Putin, che non ha avuto esitazione a mandare le sue forze armate a occupare l’Ucraìna con il preciso obiettivo di far cacciare Zelensky e, possibilmente, insediare un governo fantoccio.

Non è che qualcuno abbia ragione e qualche altro abbia torto. Ci sembra che tutti abbiano torto, sia chi ha provocato questa indegna vicenda sia, dall’altra parte, Putin che ha invaso un Paese straniero, bombardando abitazioni civili, ospedali e altri luoghi che andavano invece salvaguardati.
A noi sembra che si tratti di una gigantesca partita a scacchi, ma è un comportamento criminale giocare con la pace del mondo e, in subordine, con la sua economia. I danni di questa crisi non sono calcolabili, ma certamente avranno cifre di centinaia di miliardi per tutti coloro che vi hanno partecipato.

Alle volte la soluzione è talmente semplice che non si vede. Noi tentiamo di intuirla e consiste nella firma della già citata Carta di neutralità delle parti, così tutto si risolverebbe nello spazio di un mattino. Per arrivare a questo punto occorrerebbero buonsenso e rispetto dei cittadini ucraìni, i quali sono vittime incolpevoli di un presidente incosciente (Zelensky) e di un altro presidente duro (Putin).
Cosicché la tenaglia sta stringendo quei quarantaquattro milioni di cittadini, costringendone qualche milione, donne e bambini, a espatriare. Le pene anche di un solo bambino si dovrebbero risparmiare e invece l’egoismo di tante persone non fa vedere il grave danno che si reca a tutti i minori.
Sembra strano che l’Unione europea si preoccupi – come è giusto che sia – dell’accoglienza di qualche milione di ucraìni e non invece di fare pressioni su quel governo affinché si metta il cuore in pace e firmi la Carta della neutralità.
La questione è semplice ed è inutile che altri cerchino di mistificarla.

Un’altra considerazione va fatta: l’Europa non si è preoccupata di qualche decina di migliaia di profughi provenienti dall’Africa e ora si trova nelle condizioni di dover affrontare l’accoglienza di qualche milione di ucraìni.

La macchina della ricettività si è messa in moto: è una macchina costosissima, non tanto per l’assistenza diretta che fa ai bisognosi, quanto per tutto l’apparato enorme che c’è dietro. Cosicché le spese lievitano in maniera sproporzionata e il costo per gli Stati diventa veramente gravoso.
Per non parlare dell’estesa corruzione che vi è dietro l’approntamento e la fornitura di beni e servizi per l’assistenza medesima. Si sa che quando c’è emergenza non vige nessuna regola e nessun controllo, per cui i prezzi di beni e servizi vanno alle stelle e tutti coloro che fanno forniture guadagnano e straguadagnano. Anche questo va messo nel conto.

Basta con questa stupida partita a scacchi. È ora di finirla stasera e non domani. Si firmi la Carta della neutralità e si ricominci a vivere normalmente.