Cultura

Beni culturali, nuovo statuto per Floristella-Grottacalda

E’ stato approvato dalla Giunta regionale il nuovo Statuto del Parco Archeologico Minerario di Floristella-Grottacalda, in provincia di Enna.

Istituito dalla Regione nel 1991, il Parco è un vero e proprio museo all’aperto in cui l’attività estrattiva dello zolfo è documentata dalla fine del 1700 al 1986.

Il Parco Minerario di Floristella-Grottacalda è insomma la più completa e alta testimonianza della Sicilia dello Zolfo e della trasformazione dei feudi agricoli in aree estrattive e industriali con una valenza storico-culturale ineguagliabile.

Si avvia, così, un nuovo periodo nella gestione del Parco archeologico che è stato oggetto, nelle scorse settimane, di un grave e vile atto vandalico perpetrato ai danni di palazzo Pennisi dove sono stati distrutti alcuni pannelli esplicativi, una parte della mostra fotografica permanente sui minatori delle zolfare e un plastico realizzato dagli stessi minatori riproducente il pozzo numero uno, il primo pozzo verticale con la torre in muratura.

Grazie all’approvazione dello Statuto, che è una risposta alle esigenze manifestate dai cittadini e dall’associazionismo locale, si potrà ora prodedere in tempi brevissimi al nuovo assetto del Parco che il Governo Musumeci considera di grande importanza per la valorizzazione dell’intero comprensorio.

“Con l’approvazione del nuovo statuto – ha dichiarato l’assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – il Governo si appresta a porre fine a vent’anni di commissariamenti e gestione precaria che hanno, di fatto, paralizzato ogni possibilità di valorizzazione e sviluppo del prezioso sito e dell’area circostante. Il Parco Archeologico Minerario di Floristella, infatti, non solo costituisce una importante testimonianza di archeologia industriale e di storia della Sicilia ma, per la felice coniugazione di natura e cultura, rappresenta un unicum a livello internazionale grazie anche al riconoscimento Unesco Global Geopark all’interno del sito Rocca di Cerere”.

“La compiuta definizione – ha detto ancora – del Museo Regionale geominerario all’interno di palazzo Pennisi aggiunge, infine, la tessera mancante alla dotazione culturale e identitaria siciliana. E’ un punto di ripartenza nella politica di recupero, valorizzazione e rilancio economico che parte proprio dal territorio”.