Il calendario ebraico ci ricorda che, a breve, l’anno in corso, il 5779, avrà la sua conclusione e quindi arriverà il successivo.
Il Capodanno (Rosh Ha Shanah) cadrà la notte tra il 29 e il 30 settembre. In realtà questo è uno dei vari Capodanni che prevede la tradizione ebraica, il più importante, in quanto è quello religioso, in base a cui si effettua il calcolo degli anni e si collocano le festività religiose. Gli altri Capodanni, previsti nel calendario ebraico hanno funzioni e scopi meno importanti e ormai solo legati alla tradizione.
Decorsi dieci giorni da questa data vi è la ricorrenza dello Yom Kippur. In questo periodo, tra le due ricorrenze, gli Ebrei fanno una approfondita introspezione per prendere coscienza delle proprie azioni e chiedere perdono a Dio ed agli uomini, per le proprie mancanze.
La ricorrenza rappresenta anche la celebrazione della creazione, in cui l’uomo appare a completamento dell’opera divina. Quindi l’uomo, nel giorno in cui si celebra la creazione del mondo, deve cercare di tornare a essere come all’inizio dei tempi e liberarsi di tutti i sentimenti negativi che nel corso della vita lo hanno pervaso.
È agevole comprendere come l’esigenza di riflessione e assunzione delle proprie responsabilità facciano di Rosh Ha Shanah una festa del tutto diversa del Capodanno civile, che si festeggia in tutto il mondo, in modo sempre rumoroso, tra il 31 dicembre e l’1 gennaio, tra fuochi di artificio, allegre tavolate, brindisi e panettoni.
Questi dieci giorni che separano le due ricorrenze sono di estrema importanza per gli Ebrei, i quali, presa coscienza del male arrecato al prossimo, non soltanto hanno l’obbligo di riappacificarsi con Dio, ma devono chiedere perdono alla persona che hanno offeso, che a sua volta non potrà negarlo, al cospetto di un sincero pentimento.
È tradizione che in ciascuna di queste giornate venga suonato lo Shofar, il grande corno di ariete, il cui suono dovrebbe destare il popolo ebraico dal torpore del quotidiano e ricordare l’immanenza del giudizio divino a cui nessuno sfuggirà.
Il corno d’ariete nella tradizione biblica è legato all’episodio del sacrifico di Isacco (Genesi 22:1-18) che per volontà divina venne risparmiato e, al posto del ragazzo, venne immolato un ariete, in quel momento rimasto imbrigliato per le corna alla pira su cui doveva ardersi la vittima del sacrificio.
La ricorrenza, al cui profondo aspetto religioso si è appena accennato, è comunque motivo di festa che si concentra nella grande cena in famiglia, nel corso della quale si consumano cibi molto saporiti e con un significato simbolico direttamente collegato alla ricorrenza. Si prediligono pane e dolci di forma circolare, sia per ricordare la ciclicità della vita e il succedersi degli anni, sia per augurare un nuovo anno senza spigoli e quindi senza difficoltà. Alla conclusione della cena non mancherà la classica mela intinta nel miele, accompagnata al melograno, simbolo di prosperità e abbondanza. Si consumano pure frutta dolce e in particolare i fichi, così come ci si augura sia dolce l’anno che sta per cominciare.
La tradizione vuole che questi cibi vengano benedetti dal capofamiglia, in quanto mangiati per iniziare e affrontare il nuovo anno.
Sempre nel rispetto della tradizione in questo periodo si è soliti andare verso il mare, oppure in prossimità di un corso d’acqua o un lago, o anche uno stagno, per lanciarvi dentro un sassolino che simboleggia le colpe di cui ci si è resi responsabili nell’anno appena trascorso. Nella distinzione delle acque dalle terre emerse, si riconosce l’opera della creazione. Mentre l’acqua che sommerge e non restituisce, appare simbolo di purificazione.
Oppure, altra tradizione molta simile a quella appena ricordata, impone di svuotarsi le tasche, nel percorso che conduce al mare, per liberarsi dai rancori e dai preconcetti che si sono acquisiti nel corso dell’anno.
Auguro un felice e prospero anno 5780.