Politica

Bilancio e finanziaria al via all’Ars tra le polemiche

PALERMO – Ci sarà tempo sino al 2 maggio, alle 12, per presentare gli emendamenti alla finanziaria. Lo ha annunciato, al termine della discussione generale su bilancio e finanziaria, il vice presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Roberto Di Mauro, accogliendo una richiesta proveniente dalle opposizioni. Alle 17 dello stesso giorno l’Aula inizierà l’esame della manovra. Oggi, intanto, Sala d’Ercole tornerà a riunirsi alle 12 per dare il via libera al bilancio di previsione.

Claudio Fava ha definito questa finanziaria “uno scempio”

La maratona per approvare i documenti finanziari è cominciata sotto i peggiori auspici. Alla seduta di oggi non parteciperà il deputato Claudio Fava il quale senza mezzi termini ha definito questa finanziaria “uno scempio delle più elementari regole della democrazia rappresentativa”.

“Nessun passaggio nelle commissioni di merito – ha aggiunto -, la commissione Bilancio ridotta a un notaio, la discussione strozzata e le procedure mortificate dall’ingiustificabile ritardo di un governo che si presenta solo l’ultimo giorno utile: uno spettacolo indecente. Se l’ultimo atto del governo Musumeci è questo ennesimo oltraggio al parlamento e ai siciliani, non avverrà in mio nome”, ha concluso Fava.
Lo stesso Riccardo Savona, presidente della commissione Bilancio Ars ha dovuto ammettere l’atipicità della procedura adottata “seppure fondata su un’asserita necessità delle circostanze”: “è la prima volta – ha detto – che bilancio e finanziaria arrivano direttamente in aula senza il filtro politico e tecnico della commissione Bilancio, che consegna all’Aula un testo senza gli elementi di istruttoria legislativa e relativo contributo tecnico degli uffici governativi. Mancano una serie di atti essenziali, li vedremo in corso d’opera”.

Per il governo Musumeci nessuna attenuante secondo Giuseppe Lupo

Per il governo Musumeci nessuna attenuante secondo Giuseppe Lupo, capogruppo del Pd all’Ars: “Il Governo si è trastullato in questi quattro mesi di esercizio provvisorio perdendo tempo dietro a cose ridicole, senza impegnarsi in un confronto vero con il governo nazionale. E ora ci ritroviamo con un bilancio sostanzialmente farlocco”.

Di Ars e commissioni “esautorate” ha parlato il deputato regionale Nello Dipasquale (Pd): “Questa finanziaria è l’ultimo atto del governo Musumeci che ha dimostrato di essere incapace di amministrare ma è sempre stato pronto ad innescare ricatti e faide interne. Basta guardare quello che hanno fatto nei quattro mesi di esercizio provvisorio, quando invece di lavorare alla manovra economica sono rimasti concentrati a giocare ad un risiko di poltrone e di potere, mai così sfacciato”.

Gaetano Armao difende l’operato del governo

Il vice presidente della Regione e assessore all’Economia, Gaetano Armao, ha preso la parola durante la seduta di ieri per difendere l’operato del governo: “Mi dicono dalla Presidenza del Consiglio – ha spiegato – che in uno dei prossimi Consigli dei ministri saranno deliberati i 211 milioni per la Sicilia. Se fosse arrivato prima il deliberato oggi avremmo 211 milioni disponibili. Abbiamo aspettato il possibile, poi si è preferito procedere a un ulteriore congelamento”.

“Con lo Stato – ha proseguito Armao – è in atto un percorso di confronto leale. Il governo Musumeci è riuscito a ottenere cose che altri esecutivi hanno, invece, gestito in modo opposto, restituendo risorse a Roma invece che ottenerle”.
Nel corso del suo intervento Armao ha rimarcato il fatto che le scelte fatte dall’esecutivo guidato da Nello Musumeci sono state condizionate dai ritardi dello Stato nel fornire risposte precise alla Sicilia: “Ascrivere al governo regionale i ritardi non è solo ingiusto, perché non coerente con la realtà dei fatti, ma è una sorta di autolesionismo perché dovremmo provare a ottenere più risorse possibili da Roma, piuttosto che additare i risultati positivi conseguiti e che ancora non possono vedere la disponibilità finanziaria”.

“La misura risente di alcuni ritardi dello Stato nel dare le risposte che la Sicilia attende – ha aggiunto -. Rincresce vedere che su questo i siciliani non siano uniti e ci sia chi, per ragioni di partito, pensi che invece che concentrare le forze nell’ottenere misure da Roma bisogna osteggiare chi le richiede. I ritardi che vengono prospettati hanno un riferimento nella mancata adozione di provvedimenti da parte dello Stato”.